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Silp, sindacato Polizia: allarme infiltrazioni mafiose, usura e riciclaggio per la pandemia

Foto 41
Silp Cgil

ROMA – Anche il sindacato di sinistra dei poliziotti (Silp) lancia l’allarme sicurezza, inviando un preciso segnale al ministro lamorgese e al segretario Pd Enrico letta, che si sta occupando di tutto, tranne che di questi temi, i più sentiti dagli italiani. Si vede che la lunga permanenza a Parigi lo ha staccato dai problemi del nostro paese e che ci vuol tempo per recuperare.

Dunque il siulp lancia l’allarme sicurezza: «Esiste un rischio concreto di incremento di specifiche tipologie di reati quali usura e riciclaggio con sempre più cospicui tentativi e casi di infiltrazione delle mafie nelle attività lecite, con una particolare attrattività per la criminalità dei fondi del Pnrr».

Lo ha affermato stamani Daniele Tissone, segretario generale del Silp Cgil, aprendo a Roma il convegno online, organizzato dal sindacato di polizia, dal titolo “Gli aspetti sociali della pandemia” al quale hanno preso parte la sociologa Anna De Santi,lo psicoterapeuta Francisco Mele, il magistrato Giuseppe Battarino e la segretaria confederale Cgil Rossana Dettori. A più di un anno dall’inizio dell’emergenza Covid – ha detto Tissone -, sono centinaia i fascicoli d’indagine aperti nelle varie procure d’Italia, al nord soprattutto. Dall’inchiesta dei magistrati di Bergamo ormai a tutto campo, alle indagini milanesi sulle centinaia dimorti nelle Rsa), dal caso ‘camici’ in Lombardia fino alle innumerevoli inchieste sulle mascherine taroccate, a cominciare da quella della procura di Gorizia. La gran parte di queste indagini non sono ancora state chiuse.

Il segretario generale del Silp, che si è anche soffermato sull’indice di delittuosità dei reati in tempo di pandemia e sulle violenze di genere in aumento, ha ricordato che alla data del 23 giugno scorso sono stati 10.779 i casi di positività tra i poliziotti, che 16 sono deceduti e che nell’ultimo trimestre sono stati decine di migliaia gli operatori impegnati nei servizi dedicati al contrasto del Covid, con una punta di 48.286 agenti nella settimanaa cavallo tra marzo e aprile.

Ad esplorare i principali cambiamenti sociali intervenuti in seguito alla pandemia l’intervento di Anna De Santi, responsabile Unità di Neuroscienze Sociali del Dipartimento di Neuroscienze dell’Istituto Superiore di Sanità: le risposte alla paura, i fattori di stress hanno impattato sulla popolazione su anziani, bambini, adolescenti e disabili, elenca mentre lo psicoterapeuta e ricercatore Francisco Mele ha ricordato come questa pandemia abbia messo in crisi l’individuo, la società, la famiglia e soprattutto rappresenta una minaccia a un sistema economico di cui ancora non possiamo prevedere le conseguenze sulla vita di ciascuno di noi.

I lavori sono stati conclusi dalla segretaria confederale Cgil Rossana Dettori: la pandemia non solo ha aggravato divari e diseguaglianze, tra lockdown, perdita di lavoro e lavoro povero, ma ha svelato l’essenzialità dei servizi pubblici e contemporaneamente la loro insufficienza. E mentre per quanto riguarda la sanità, i livelli essenziali di assistenza sono definiti e quindi misurabili, per ciò che riguarda il sociale siamo ancora in attesa. Sono aumentati i bisogni ma non sono aumentati i finanziamenti e non sono ancora previsti i piani di assunzione di personale necessari. E la pandemia ha rivelato l’essenzialità del territorio, sia per quanto riguarda la sanità che per quel che riguarda i servizi socio assistenziali.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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