
Mattarella alla Sorbona: i flussi migratori vanno regolati e governati
PARIGI – Dotarsi di una politica dell’immigrazione e dell’asilo all’altezza dei valori che sono alla base del progetto di integrazione europea costituisce un obiettivo primario per la stabilità e la coesione stessa dell’Unione oltre che per poterci confrontare con i Paesi della regione in maniera credibile. Se vogliamo che questa nostra Europa continui ad assicurare prosperità e benessere dobbiamo provvederci di una strategia dell’accoglienza – sostenibile ma concreta – in sintonia con le complesse sfide dell’oggi. Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento alla Sorbona.
La politica migratoria – aggiunge il capo dello Stato -rimane un vulnus recato alla coscienza europea. Alla pandemia abbiamo saputo dare una risposta europea, alla crisi economica altrettanto. Alle migrazioni – continua – al tema che più di altri mette in gioco la nostra capacità geopolitica e la nostra visione del futuro, non siamo ancora riusciti a dare una risposta adeguata, efficace e comune. I flussi migratori, dice ancora, vanno regolati e governati, affinché siano rispettosi delle comunità di accoglienza e dei migranti, cancellando l’odioso traffico che criminali senza scrupoli hanno imbastito sulla loro pelle. La pressione che avvertiamo – prosegue il presidente – in tutto il mondo e non solo alle frontiere d’Europa, è il risultato delle grandi differenze nella distribuzione del benessere tra i continenti, dell’ampia diversità dei tassi demografici, dell’impatto dei cambiamenti climatici; ma è anche il prodotto di decenni di omissioni, conflitti, diseguaglianze. In una frase – prosegue Mattarella – del mondo che abbiamo contribuito come europei a plasmare e del quale rechiamo ampia responsabilità. Donne, bambini, uomini in fuga, difficilmente possono essere individuati come un nemico. Già all’epoca della Seconda guerra mondiale – ricorda Mattarella – l’indifferenza, se non la aperta ostilità verso i profughi che bussavano alle frontiere, caratterizzò una stagione che sarebbe stata segnata da crimini efferati, dei quali l’umanità non deve perdere il ricordo. Da lì – sottolinea – nacque la Dichiarazione dei diritti dell’uomo, con validità universale. Essa chiede a tutti i protagonisti della vita internazionale di rispettarli e, prima di essere rigorosi nel reclamarne il rispetto da parte degli altri Stati, di onorarne per primi i principi, a partire dai diritti umani dei migranti, conclude.
