Palermo: Mafia, 85 ordini di custodia cautelare, operazione Gordio
PALERMO – Duro colpo al mandamento mafioso di Partinico (Palermo). Nelle prime ore di oggi, nella provincia palermitana e in più regioni del territorio nazionale, la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, ha delegato il Comando provinciale dei carabinieri di Palermo e la Direzione Investigativa Antimafia per l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 85indagati (63 in carcere, 18 agli arresti domiciliari e 4 sottoposti ad obblighi di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria) ritenuti a vario titolo responsabili di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, reati in materia di armi, droga, estorsione e corruzione. L’operazione, denominata ‘Gordio’ e effettuata con il supporto di unità cinofile, del nucleo elicotteri e dello squadrone cacciatori di Sicilia, ha riguardato le province di Palermo, Trapani, Latina, Napoli, Roma e Nuoro dove sono stati eseguiti 70 dei provvedimenti cautelari complessivi per imputazioni di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti (5 organizzazioni individuate) e reati come produzione e traffico di stupefacenti (marijuana, cocaina e hashish), ma anche reati in materia di armi e contro la pubblica amministrazione(corruzione di un agente della polizia penitenziaria in servizio presso il carcere Pagliarelli di Palermo.
Le indagini, avviate dalla Compagnia di Partinico e sviluppate per due anni in sinergia col Nucleo investigativo di Monreale, hanno preso il via nel novembre 2017 dall’analisi dei rapporti tra l’imprenditore partinicese del settore vinicolo Ottavio Lo Cricchio e Michele Vitale, esponente della famiglia Vitale, noti come ‘Fardazza’ e storicamente egemone in seno al mandamento mafioso. La ricostruzione degli assetti criminali ha portato alla luce anche ilruolo di altri tre membri della famiglia: Giuseppa, Giusy, VItale, in passato reggente del mandamento e poi collaboratrice di giustizia e attualmente non sottoposta al programma di protezione, la sorella Antonina Vitale e il figlio Michele Casarrubia.