Vaccini: Figliuolo, convinceremo i 215.000 operatori scolastici a vaccinarsi prima dell’inizio delle scuole
ROMA – Siamo un po’ indietro, ma abbiamo spinto molto su 70-80enni, ora dobbiamo spingere sui cinquantenni, soprattutto convincere i 215 mila insegnanti e operatori scolastici che mancano a vaccinarsi per tornare a scuola in sicurezza. Lo ha detto il commissario all’emergenza Covid Francesco Figliuolo in una dichiarazione alla stampa durante la visita a Roma all’hub vaccinale di Acea, azienda di acqua ed elettricità della capitale. In un intervista il generale ha ribadito che le Regioni hanno dosi per fare ancora 500 mila iniezioni al giorno, tra 15 milioni di Pfizer e Moderna, più il residuo del mese precedente e le seconde dosi AstraZeneca per gli over 60. In un intervista il generale ha ribadito che le Regioni hanno dosi per fare ancora 500 mila iniezioni al giorno, tra 15 milioni di Pfizer e Moderna, più il residuo del mese precedente e le seconde dosi AstraZeneca per gli over 60.
Chiederemo una precisazione al Cts che ha dato un parere sul ritorno a scuola senza considerare le vaccinazioni: dato che le vaccinazioni stanno andando avanti noi chiederemo che formuli anche questa ipotesi. Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi a margine dell’European Summer Camp a Roma rispondendo ai giornalisti sul rientro a scuola il prossimo anno scolastico, a partire da settembre.
Cresce intanto la preoccupazione per la riapertura delle scuole tra circa due mesi. Dalla Toscana il presidente della Regione Eugenio Giani annuncia che “le vaccinazioni dei bambini dai 12 ai 15 anni partiranno dopo Ferragosto”. “Quando avremo la garanzia che tutto ciò che è stato prenotato potrà essere rispettato ripartiranno le agende – aggiunge -. E per avere questa conferma dobbiamo avere dati un po’ più certi dei vaccini che ci manderanno a luglio e ad agosto. La riunione in cui prenderemo una decisione è giovedì”.
Dal Veneto, invece, Luca Zaia torna sull’unico settore ancora chiuso. “E’ vergognoso che si lascino chiuse attività come le discoteche e che si legittimino le piazze piene, con musica e assembramenti da far schifo, dove nessuno ha nulla da dire – dice il governatore leghista -. In un paese civile non si può accettare questo”. Secondo Zaia è necessario “stabilire regole che siano uguali per tutti”.