Francia e Germania non dominano più la Ue, avanzano i Paesi dell’Est Europa
In prossimità delle elezioni presidenziali i commentatori francesi evidenziano, oltre a fattori positivi, anche i lati negativi della gestione Macron. Ad esempio in tema di governance europea molti notano che l’asse franco-tedesco, rinsaldato da Macron con la Merkel, non domina più in Europa, come per il passato, tanto che altri paesi, soprattutto fra quelli che sono entrati recentemente nell’Unione, stanno promuovendo politiche diverse da quelle propugnate dai due leader finora dominanti. Anche per questo Macron, nel recente incontro con Mattarella, ha cercato un ravvicinamento, un nuovo asse con l’Italia.
Francia e Germania non fanno più legge in Europa, ha affermato, ad esempio, Isabelle Lasserre in un recente numero del Figaro. Per molto tempo i due grandi paesi dell’UE hanno creduto che sarebbe stato facile imporre i loro valori ai nuovi arrivati dell’Europa dell’Est, liberati dal comunismo. Una breve illusione, come dimostra la recente bocciatura riservata il 25 giugno alla proposta di Angela Merkel e Emmanuel Macron di aprire un dialogo europeo con la Russia di Vladimir Putin. La proposta è stata respinta dal Consiglio europeo da Paesi Bassi, Polonia e Svezia.
“Abbiamo creduto, a torto, al momento del crollo dell’URSS, di aver vinto. Si vede infatti che c’è riluttanza all’interno dell’Unione”, sintetizza Jean-louis Bourlanges, presidente della Commissione Affari Esteri dell’Assemblea nazionale francese, in occasione di un incontro con la stampa diplomatica. Allo stesso modo in cui l’Occidente, che aveva creduto di poter imporre al resto del mondo il suo modello democratico, considerato superiore, si trova confinato nei teatri delle operazioni internazionali, l’Europa dei Padri fondatori non ottiene più il sostegno di tutti i Paesi. Angela Merkel ha commentato l’umiliazione di Bruxelles con la consueta sobrietà: Gli Stati membri non si fidano abbastanza l’uno dell’altro.
L’Europa del 2021 non ha nulla a che vedere con quella dei Padri fondatori. La Russia è solo uno dei soggetti che ha diviso i paesi ex comunisti da altri, ma anche l’immigrazione suscita forti divisioni e squilibri. Gli sforzi di Francia e Germania per imporre una politica delle quote o una ripartizione degli oneri sono falliti. Mezza Europa considera il multiculturalismo che si cerca di imporle come un contromodello. Terza frattura, morale, si promuove il matrimonio tra persone dello stesso sesso e l’affermazione dei diritti transgender, suscitando reazioni contrastanti
Viktor Orban, il primo ministro ungherese, è l’alfiere di chi rifiuta le scelte avviate da Berlino e Parigi. Ma è lungi dall’essere l’unico che vuole dare all’Europa una nuova direzione. Anche Matteo Salvinl e Marine Le Pen hanno formato con lui un’alleanza di nazionalisti al Parlamento europeo. La Slovenia, presidente dell’Europa per sei mesi, è guidata da un presidente del governo liberal, Janez Jansa,
Le ragioni delle divisioni riguardano anche la memoria delle tragedie storiche vissute dai paesi dell’Europa centrale e orientale. Gli sviluppi anche recenti dei rapporti fra le due concezioni dell’Europa prefigurano oggi il rischio di una grande cesura politica: L’UE può funzionare solo sulla base di un consenso generale, ricorda Jean-Louis Bourlanges.
E non dimentichiamo la frattura che si sta consumando fra i Paesi dell’area mediterranea (Malta, Cipro, Spagna, Grecia e Italia) e l’Europa del Nord sul tema della redistribuzione dei migranti. Questa situazione potrebbe sfociare in un’alleanza fra Paesi del mediterraneo e Paesi dell’Europa dell’est, dando vita a un’ inedita maggioranza che metterebbe all’angolo i Paesi dell’Europa del Nord, i cosiddetti frugali, satelliti della Germania merkeliana.