Parigi: assassinato prete in Vandea, lo annuncia il ministro Darmanin. Il responsabile sarebbe un rifugiato
PARIGI – Il corpo senza vita di un prete è stato scoperto stamani a Saint-Laurent-sur-Sèvre, in Vandea, nell’ovest della Francia. Lo comunicano la diocesi e la gendarmeria di Mortagne-sur-Sèvre, citati dai media locali. Su Twitter il ministro dell’Interno Gérard Darmanin ha annunciato che si sta recando sul posto dove è stato “assassinato” il prete. Secondo France 3, il corpo sarebbe stato ritrovato su segnalazione di un uomo si è presentato alla gendarmeria.
«Un uomo si è presentato in mattinata alla gendarmeria di Mortagne-sur-Sèvre dicendo di aver ucciso un religioso». Lo riferisce all’Afp una fonte vicina all’inchiesta sul prete trovato morto in Vandea, nell’ovest della Francia. Secondo la stessa fonte, l’uomo era stato messo sotto controllo giudiziario nell’ambito dell’inchiesta sull’incendio della cattedrale di Nantes nel luglio 2020. Secondo il settimanale di estrema destra Valeurs Actuelles, si tratterebbe del rifugiato ruandese Emmanuel Abayisenga che un anno fa diede fuoco alla cattedrale: l’uomo avrebbe ammesso di aver ucciso il prete che l’aveva accolto nella sua comunità di Saint-Laurent-sur-Sèvre, Olivier Maire, di 60 anni.
Commentiamo noi che i magistrati francesi non sono del tutto efficienti (non lo sono nemmeno gli italiani?) per quanto riguarda lassismo e mancati controlli di immigrati. Tutta Europa è paese, purtroppo il buonismo dilagante la fa da padrone, e gli europei ne fanno le spese, mentre i migranti arrivano attratti dal bengodi.
AGGIORNAMENTO DELLE 14,10: «Questo straniero non poteva essere espulso nonostante il suo arresto, fino a quando era sotto sorveglianza giudiziaria. Così il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, replica a Marine Le Pen che su Twitter attacca il governo per non aver espulso l’uomo di origine ruandese, arrestato per l’incendio della cattedrale di Nantes lo scorso anno, che ora ha confessato di aver ucciso un prete.
E’ un ruandese di 40 anni, Emmanuel A., il responsabile dell’assassinio di un prete a Saint-Laurent-sur-Sèvre, in Vandea, già noto alle autorità perché l’anno scorso aveva confessato di essere responsabile dell’incendio alla cattedrale gotica di Nantes. Il 26 luglio del 2020, otto giorni dopo l’incendio che aveva distrutto l’organo della chiesa di San Pietro e Paolo, frantumato le vetrate e annerito l’interno della cattedrale risalente al XV secolo, le autorità avevano accertato la responsabilità del rogo, scoppiato per l’accensione di tre inneschi.
Emmanuel A. viveva a Nantes da molti anni ed era il volontario cui era affidato il compito di assicurare che fosse tutto in ordine in chiesa, conosciuto ed apprezzato, avevano scritto allora i media francesi.
Aveva chiesto lo status di rifugiato, ma aveva dei problemi psichici e aveva cercato di regolarizzare la sua situazione sulla base di questi problemi, aveva detto all’epoca il procuratore di Nantes. La domanda era stata respinta e dal 2019 aveva ricevuto l’ordine di espulsione, ordine che era stato sospeso dopo l’incendio perché sotto sorveglianza giudiziaria.