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Renzi, Quirinale: per il Colle Casini è un candidato, ma non è l’unico. Italia viva sostiene referendum su Reddito cittadinanza

ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA . Renzi a tutto campo sui temi d’attualità in un’intervista a Libero, a cominciare dai candidati al Quirinale: Pier Ferdinando Casini prossimo presidente della Repubblica? L’importante, per Matteo Renzi, è che «al Colle ci sia una personalità ‘solida, saggia, europeista e filo atlantica, Da quando siamo nella moneta unica, sono cambiati tre presidenti: Ciampi, Napolitano, Mattarella. Venivano da storie diverse, ma hanno saputo interpretare questo ruolo – nelle diverse sensibilità – con grande capacità di restare saldi sui valori europei. Accadrà anche nel settennato 2022-2029, ne sono certo. Nella corsa al Colle gli ex presidenti di Camera o Senato sono tutti candidati naturali – aggiunge l’ex premier – Anche Casini, certo, ha le caratteristiche che lo rendono adatto al ruolo. Ma non è l’unico, anzi. Ci sono molti candidati e candidate e come sempre in questi casi evitiamo di disturbare chi al Quirinale oggi lavora con impegno e con profitto. Il fatto che Sergio Mattarella sia nel semestre bianco non significa che sia un presidente dimidiato, tutt’altro. L’unica cosa che non può fare è sciogliere le Camere. Ma tanto questo Parlamento
non ci pensa proprio a farsi sciogliere: fosse per i parlamentari, il semestre bianco sarebbe lungo un’intera legislatura».

E aggiunge: «per il reddito di cittadinanza l’unica strada resta il referendum. Ci daranno ragione in tanti’. I grillini misurano in queste ore la loro miopia: ci hanno fatto rinunciare alle Olimpiadi di Roma. Come sarebbe stato bello poter permettere agli Jacobs, ai Tamberi, ai Tortu di difendere il titolo nella meravigliosa cornice di Roma! Invece la Raggi ha detto ‘no’ e le Olimpiadi si faranno a Parigi. Una beffa. I populisti fanno danni che durano a lungo: noi siamo quelli che aggiustano i loro pasticci. E il referendum sul reddito va in quella direzione’».
Sulla riforma della giustizia, Renzi non mostra piena soddisfazione: «’Serviranno anni. E non basteranno nemmeno i referendum, che sono
solo un passo in avanti. Come un passo in avanti è l’aver mandato in soffitta Bonafede e l’ideologia grillina. Non ho niente contro Bonafede, ma considero un onore averlo tolto dal ministero: aveva una brillante carriera come deejay, perché interromperla per fare l’uomo di legge? Fa meno danni con la musica che con la giustizia. La riforma Cartabia è un primo passo. Ma il primo passo non ti porta dove vuoi, ti toglie da dove sei».
Riguardo il disegno di Legge Zan, secondo l’ex premier, il Pd «’lo approverà ad ottobre con noi e il centrodestra. E cambierà sui punti più divisivi: identità di genere, libertà d’opinione e scuola. È una legge contro l’odio, evitiamo di approvarla a colpi di violenza verbale. Facciamo uno sforzo tutti insieme. La violenza verbale – precisa – non è del Pd, ma dei grillini, di alcuni influencer, di alcuni attivisti Lgbt. Quanto al Pd, trovo incredibile che su un tema così complesso prenda la linea da Fedez e non ascolti le femministe di sinistra, la cultura post comunista,»

Quanto a una coalizione di Italia Viva ne centrosinistra, Renzi precisa che «sui territori dipende. A Milano stiamo con Sala. A Napoli Manfredi chiudelà la terribile esperienza di De Magistris. Diverso è il caso di Roma. Il Pd ha fatto un errore a non appoggiare Calenda: avremmo vinto sicuramente. Poi ci sono tanti comuni dove conta il candidato più che l’ideologia, come il nostro Bendinelli a Garda. A livello nazionale, vedremo. Ho letto che Conte chiederà di tornare alla legge Bonafede, cancellandola pur timida riforma Cartabia. Noi non ci stiamo. Mi domando come faccia a starci il Pd. Un’alleanza con i riformisti? Sì, la posso fare. Un’alleanza coi populisti? No, grazie».

E infine parla anche del Cavaliere: «Quanto a Berlusconi, io non sono mai stato un suo alleato – aggiunge – Anzi, lui è stato decisivo nel farmi perdere il referendum. Se avesse tenuto sul patto del Nazareno, oggi sarebbe un’altra storia. E del resto anche i provvedimenti più utili, come il JobsAct e Industria del resto anche i provvedimenti più utili, come il JobsAct e Industria 4.0, i Pir e l’Irap, li abbiamo approvati senza Forza Italia.
Berlusconi ha quel tratto di simpatia che deriva dal saper condividere le sofferenze, non dal raccontare le barzellette. Nel 2013 non si doveva votare sulla colpevolezza di Berlusconi, su cui si era espressa la Cassazione, ma sull’applicabilità della legge Severino, che per il Pd era una mera presa d’atto. Sono tuttavia curioso di vedere come andrà il ricorso del Cavaliere in Europa: ciò che è emerso negli anni successivi lascia dubbi e sarà importante conoscere l’opinione dei giudici europei».


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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