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Fisco: dichiarazioni dei redditi 2020, pensionati e dipendenti sono i più tartassati, ma non è una novità

Massimo Taddei e Marco Visentin, su Lavoce.info, hanno analizzato i dati sulle dichiarazioni fiscali del 2020, relativi al 2019, che offrono una panoramica approfondita della distribuzione dei redditi nel nostro paese. Pur non trattandosi di un quadro completo, la maggior parte dei lavoratori italiani è tenuta a compilare la dichiarazione dei redditi, rendendo così possibile un confronto tra le varie tipologie contrattuali, tra i tipi di attività e tra i territori

Quasi due terzi dei contribuenti hanno dichiarato meno di 26 mila euro di reddito nel 2019 e hanno contribuito per il 24,45 per cento del gettito Irpef. Solo l’1,60 per cento dei contribuenti ha dichiarato più di 100 mila euro, ma il contributo di questo gruppo alle entrate totali è pari al 19,07 per cento. La classe di contribuenti più numerosa è quella tra 20 e 26 mila euro, mentre quella che ha contribuito maggiormente al gettito Irpef è quella tra 35 mila e 70 mila euro.

La Lombardia si conferma la regione con il reddito medio più elevato, superiore di circa 4.000 euro rispetto alla media nazionale. Il valore più basso è quello della Calabria, con un reddito medio dichiarato inferiore di 6.200 euro rispetto alla media nazionale e di oltre 10.000 euro rispetto a quello lombardo.

Il 2019 ha visto un lieve e generalizzato aumento del reddito dichiarato da ciascuna categoria. A crescere maggiormente è stato il reddito da lavoro autonomo (+25,37 per cento), ma questo risultato è frutto soprattutto della “fuga” dei lavoratori che dichiarano meno di 65 mila euro dal regime Irpef per passare a quello forfettario introdotto dal Governo Conte I. Tra le categorie di reddito più diffuse, a crescere meno è stato il reddito da lavoro dipendente, con un valore leggermente inferiore al reddito medio italiano.

Oltre il 50 per cento del reddito dichiarato proviene da lavoratori dipendenti. La quota delle pensioni sul totale è molto elevata e rappresenta il 30 per cento del reddito soggetto a Irpef. Il restante 15 per cento è suddiviso in maniera uniforme tra lavoratori autonomi, rendite e altre tipologie di reddito.

Secondo i dati sugli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale (ISA), che esaminano i redditi dichiarati da lavoratori autonomi e attività d’impresa, notai e avvocati si confermano in cima alla classifica dei redditi medi (91.200 euro). Sono seguiti da attività professionali di consulenza e sanitarie. Agli ultimi posti, quattro attività il cui reddito medio non raggiunge i 15.000 euro annui: allevamento (5.100 euro), agricoltura (5.900 euro), pesca (9.400 euro) e commercio al dettaglio ambulante (14.800 euro).

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