Rave Party Valentano: vertice Viminale, finiscono sotto accusa i prefetti di Viterbo e Grosseto
ROMA – Come prevedibile al vertice del Viminale convocato dalla ministra Lamorgese i prefetti di Viterbo e Grosseto sono finiti sotto accusa per il rave party viterbese. Nella migliore tradizione ministeriale. Un vecchio prefetto, negli anni ’70. affermava giustamente che i prefetti nell’ordinamento italiano sono come i fusibili nei circuiti elettrici, la responsabilità è sempre loro, se tutto va bene non hanno fatto che il loro dovere, se qualcosa va storto pagano subito, a differenza dei magistrati impuniti ed impunibili.
Secondo il resoconto del Fatto Quotidiano. la gestione dell’ordine pubblico a cavallo delle due province è finita nell’occhio del ciclone. Gli organizzatori, giovedì 12 agosto, hanno percorso indisturbati l’unico punto di accesso e installato la strumentazione acustica in un’oasi naturalistica di primaria importanza nell’area. Stessa cosa hanno fattole orde di avventori, senza che se ne potesse bloccare l’accesso, nonostante le tempestive denunce del proprietario di parte dei terreni.
Qualcosa non ha funzionato, prima a livello di prevenzione e poi di contenimento. Con l’allarme per la rapida diffusione della variante Delta, con i divieti scattati per evitare assembramenti e contagi, le scene del rave di Viterbo hanno scatenato polemiche e accuse. E ora si cerca di capire come sia stato possibile che migliaia di persone – la notte di Ferragosto erano addirittura 10mila – si siano potute radunare indisturbate nelle campagne di Valentano, ammassandosi senza mascherine per giorni, per poi disperdersi in tutta l’Italia Ieri la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha chiamato a rapporto per una riunione straordinaria il prefetto di Viterbo, Giovanni Bruno, e quella di Grosseto, Paola Berardino, che erano incaricati di gestire l’emergenza. La ministra, nell’ottica di prevenire in futuro scenari simili, avrebbe sollecitato maggiore impegno nel monitoraggio preventivo dei gruppi, soprattutto tramite i social. Nuovi sbagli non saranno tollerati.
LE INDAGINI Proprio dai social, intanto, potrebbero arrivare risposte utili per l’inchiesta della procura di Viterbo. Oltre alla Digos e ai carabinieri, infatti, le indagini sono state affidate anche alla polizia postate, che in queste ore sta passando al setaccio chat Telegram, pagine Facebook e Instagram, per capire chi e come abbia organizzato un evento di tale portata. Nel frattempo migliaia di persone sono state identificate. Un dettaglio è fondamentale: i responsabili potrebbero finire sul registro degli indagati. I fronti d’inchiesta diversi: c’è il decesso di Gianluca Santiago Camas a, 24 anni, trovato morto nel lago di Mezzano; c è l’occupazione di un terreno privato. Ma ci sono anche lo spaccio di droga e la violazione della normativa and-assembramenti.
Gli inquirenti procedono già per morte come conseguenza di altro reato – la probabile cessione di stupefacenti – e potrebbero ipotizzare anche l’invasione di terreni e il danneggiamento. È infatti iniziata la conta dei danni, pesante sia per il proprietario del terreno, Piero Camilli, sia per il Comune di Valentano: si potrebbe arrivare fino a 100mila euro. Tanto che il sindaco, Stefano Bigiotti, chiede aiuto al governo: «Noi non paghiamo nulla, ci aiuti il governo».
GLI ARRESTI Al casello di Chiusi dell’autostrada del Sole, la polizia ha bloccato un albanese di 33 anni residente a Novara con 7 etti di droga (cocaina, marijuana e hashish) nascosti nel cofano e sotto il parabrezza: ha confessato che li stava portando al rave (ma l’arresto, reso noto ieri, risale a mercoledì scorso). Sono finiti in manette anche altri due giovani, residenti a Milano, accusati di oltraggio, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. I due, uomo e donna, di rientro dal rave, si erano fermati da alcuni parenti che abitano in zona Amiata. La ragazza era in stato di agitazione, dovuto probabilmente ad alcol o droghe, ed è stato necessario l’intervento dei militari. La coppia ha aggredito i carabinieri, che hanno riportato lesioni per 10 e 15 giorni.