Morti sul lavoro, Toscana: Giani, occorre interrompere questo stillicidio
FIRENZE – Il Governatore Eugenio Giani, forse distratto fra le gite col camper dei vaccini, le cerimonie dantesche e le invettive contro i no vax e le Misericordie si sveglia improvvisamente e si accorge in grave ritardo della scia di morti e di infortuni sul lavoro che da tempo insanguina la Toscana e che né Rossi né tanto meno lui sono riusciti ancora a frenare.
E come suo solito si lancia in dichiarazioni di fuoco: «Dobbiamo interrompere questo stillicidio di morti: e’ un imperativo categorico» afferma il presidente della Toscana Eugenio Giani dopo il decesso di oggi: un operaio di 33
anni ucciso dopo essere rimasto schiacciato dall’albero che stava tagliando in un agriturismo a Ghizzano in provincia di Pisa.
Giani si stringe attorno alla famiglia e alla comunita’. Poi ricorda: «La Regione ha da tempo messo in campo strumenti per potenziare la sicurezza e campagne per sensibilizzare la popolazione, fin dagli anni passati sui banchi a scuola. Non dobbiamo arrenderci e proseguire su questa strada per diffondere la cultura della prevenzione a tutti i livelli: assieme alle parti sociali e alle istituzioni locali, con le scuole e le aziende sanitarie, intervenendo con investimenti, controlli e sanzioni e fornendo alle imprese strumenti per investire di piu’ e meglio nella sicurezza».
Belle parole, adesso aspettiamo i fatti.
Sul tema interviene anche il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: «Ancora una vittima in Toscana, a Pisa,
su un posto di lavoro. Prosegue la strage di Stato senza interruzioni. Bisogna interrompere con tutti i mezzi questa catena di morti. ‘In Spagna vengono effettuate 270 mila ispezioni di lavoro ogni anno. In Italia – prosegue il leader di SI – 160 mila. E in Spagna con il doppio del personale a disposizione. Come? Dando più responsabilità agli enti locali e permettendo di trattenere gli introiti delle multe per reinvestirli sul territorio. Il risultato? -5,6% di morti sul lavoro rispetto lo scorso anno in Spagna, da noi il +11% dal 2019. Non solo. A queste azioni si aggiungono la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e uno studio sull’effetto della precarietà sui giovani. E se prendessimo spunto?». Peccato che il segretario si dimentichi che la competenza in materia è già in gran parte delle Regioni.