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Orrore al supermercato in Umbria: bambino morto adagiato sul nastro trasportatore

Il supermercato di Città della Pieve dove una donna ha adagiato il bambino morto su un nastro trasportatore (Foto ANSA)

CITTA’ DELLA PIEVE (PERUGIA) – E’ sconvolta la tranquilla cittadina di Città della Pieve, anni fa set della serie tv dedicata ai carabinieri, poi balzata alla ribalta politica per essere la residenza di campagna di Mario Draghi, e stasera, venerdì 1 ottobre 2021, piombata nel dramma dopo che una donna di origine ungherese è entrata in un supermercato a Pò Bandino, con in braccio un bambino di due anni, insanguinato. Lo ha adagiato sul nastro trasportatore, fermo, di una delle casse del supermercato ed ha cominciato a chiedere aiuto.

Quei momenti drammatici, che per gli inquirenti sarebbero scene successive a un omicidio, sono ora in fase di ricostruzione da parte dei carabinieri per chiarire cosa sia realmente successo. Si tratta di una vicenda ancora tutta da chiarire, con responsabilità da accertare. Il bimbo aveva alcune ferite d’arma da taglio, forse all’addome e al collo ma questo è uno dei particolari che ancora devono essere stabiliti con certezza. Ferite, a quanto pare, provocate da una o più coltellate. La donna, sia al personale del supermercato, sia agli investigatori è apparsa in stato confusionale e avrebbe poi fornito diverse versioni ritenute contrastanti sul perché di quelle lesioni risultate mortali.

La donna, ungherese, è stata ascoltata dal magistrato di turno, Manuela Comodi, subito arrivata con il medico legale a Città della Pieve. Dopo avere lasciato il bambino non si è allontanata, ma è rimasta sul posto venendo quindi bloccata dai carabinieri. Il personale dell’Arma ha immediatamente avviato i rilievi, anche con i militari specializzati nei rilievi scientifici, e transennato l’area attorno al supermercato. E proprio all’esterno del supermercato è stato trovato un passeggino con alcune tracce di sangue. Transennato anche un casolare dismesso e abbandonato a poche centinaia di metri dal supermercato. Anche qui sono in corso rilievi. Tra le ipotesi quella che il bambino possa essere stato ferito davanti allo stabile e poi portato nel supermercato. Non è però ancora chiaro se il piccolo fosse già deceduto quando la donna lo ha portato dentro adagiandolo sul nastro trasportatore.

Per stabilire come, quando e dove il bambino sia morto, gli inquirenti sono in attesa dei risultati della perizia del medico legale. Uno dei punti principali da chiarire è dove e come siano state provocate le ferite. La donna e il bambino non vivevano a Città della Pieve ma in una casa famiglia fuori regione. All’estero si troverebbe invece il padre. L’indagine dovrà ora accertare come e perché il bambino e ls donna si trovassero a Città della Pieve. «Quello che è certo – ha detto il sindaco del centro umbro Fausto Risini – è che si tratta di una grande tragedia accaduta in un centro piccolo e tranquillo, ora sconvolto. Siamo vicini alla famiglia e a chi sta provando tanto dolore in questo momento».


Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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