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Processo Regeni: annullato rinvio a giudizio 007 egiziani, si riparte da zero

ANSA / ANGELO CARCONI

ROMA – Duro colpo per la famiglia Regeni, annullato rinvio a giudizio degli 007 egiziani per errori degli inquirenti. Non si contano ormai più le falle della giustizia per colpa dei magistrati, e naturalmente nessuno paga,

Battuta d’arresto per il processo a carico dei quattro 007 egiziani accusati di avere sequestrato, brutalmente torturato e infine ucciso il ricercatore Giulio Regeni nel 2016. I giudici della III corte d’Assise, dopo cinque ore di camera di consiglio, hanno annullato il rinvio a giudizio disposto dal gup nel maggio scorso rinviando gli atti per cercare di rendere effettiva la conoscenza del processo agli imputati. Il rischio sarebbe la nullità del procedimento.

Il nodo sulla presenza del generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif si annunciava complesso. A parere della Corte d’assise di Roma “il decreto che disponeva il giudizio era stato notificato agli imputati comunque non presenti all’udienza preliminare mediante consegna di copia dell’atto ai difensori di ufficio nominati, sul presupposto che si fossero sottratti volontariamente alla conoscenza di atti del procedimento”.

Gli 007 egiziani ‘non sono stati raggiunti da alcun atto ufficiale’. E’ un passaggio dell’ordinanza dei giudici della III corte d’Assise che ha annullato il rinvio a giudizio disposto dal gup a maggio. “Le richieste inoltrate tramite rogatoria all’autorità giudiziaria egiziana contenenti l’invito a fornire indicazioni sulle compiute generalità anagrafiche e sugli attuali ‘residenza o domicilio’ utili per acquisire formale elezione di domicilio non hanno avuto alcun esito”, scrivono i giudici. “L’acclarata inerzia dello Stato egiziano a fronte di tali richieste del ministero della Giustizia italiano, certamente pervenute presso l’omologa autorità egiziana, seguite da reiterati solleciti per via giudiziaria e diplomatica nonché da appelli di risonanza internazionale, effettuato dalle massime autorita’ dello Stato italiano, ha determinato l’impossibilità di notificare agli imputati, presso un indirizzo determinato, tutti gli atti del procedimento a partire dall’avviso di conclusione delle indagini. Gli imputati, dunque, non sono stati raggiunti da alcun atto ufficiale”, aggiungono i giudici.

Si riparte quindi dall’udienza preliminare. Il giudice dovrà utilizzare tutti gli strumenti, compresa una nuova rogatoria con l’Egitto, per rendere effettiva e non solo presunta la conoscenza agli imputati del procedimento a loro carico. Fonti di procura esprimono amarezza e sorpresa mentre i familiari di Giulio, presenti in aula, non si dicono rassegnati: è “solo una battuta d’arresto, premiata la prepotenza egiziana”.

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