Lega contro M5s: «I soldi delle pensioni usati per il reddito di cittadinanza». E’ scontro nel governo
ROMA – La rivelazione l’ha fatta il ministro per lo sviluppo, Giancarlo Giorgetti: «Per rifinanziare gli ultimi tre mesi del reddito di cittadinanza sono state prese le risorse dai 40 milioni di euro inutilizzati per i pensionamenti dei lavoratori precoci e cioè le persone che hanno iniziato a lavorare a 15 anni». Ed è stato scontro nel consiglio dei ministri. Fino al braccio di ferro nel governo. Il Pd e il M5s hanno difeso la misura, che è passata, mentre i ministri di Lega, FI e Iv, Giorgetti, Brunetta e Bonetti hanno espresso i loro dubbi sulla sostenibilità della misura, in particolare in relazione al fatto che non ci sarebbe l’atteso effetto sul lavoro.
I ministri del centrodestra e di Iv avrebbero chiesto dunque di ridiscutere il tema in legge di bilancio. E il premier Mario Draghi avrebbe ribadito che sarà la manovra la sede per discuterne, lavorando in particolare sulle politiche attive. Nel decreto fiscale «hanno rifinanziato il Reddito di cittadinanza levando risorse al reddito di emergenza (90 milioni), all’accesso anticipato al pensionamento per lavori faticosi e pesanti (30 milioni), accesso al pensionamento dei lavoratori precoci (40 milioni) e ai congedi parentali (30 milioni)». Lo affermano fonti di governo della Lega al termine del Consiglio dei ministri, a proposito del rifinanziamento della misura, voluto da M5s e Pd.
Il ministro Giancarlo Giorgetti si sarebbe opposto con durezza: «Beffardo usare i soldi di chi ha lavorato duramente per una misura simile». Proprio così: a fronte dell’andamento delle richieste, sono stanziati, per il 2021, 200 milioni di euro per il Reddito di Cittadinanza. E’ quanto si legge nel comunicato diffuso al termine del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera al decreto fiscale.
«Giù le mani dal Reddito di cittadinanza». Così il leader M5s Giuseppe Conte in un post dove invita Salvini e Meloni, così come quelli che la pensano come loro al Governo, a fare lo stesso e a smetterla di «assaltare uno strumento di civiltà. Noi non lo permetteremo».