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Tpl e trasporto scolastico: le Associazioni professionali protestano per la carenza di autisti

Tpl

FIRENZE – Le Associazioni professionali del trasporto protestano contro l’organizzazione del Tpl e del trasporto scolastico: prosciugato il personale delle aziende di trasporto.

Ecco il comunicato: «Le associazioni scriventi, CNA Fita Toscana e Confartigianato Trasporti, si sono espresse numerose volte sulla situazione critica che sta coinvolgendo il settore dell’autotrasporto a livello nazionale: la carenza di autisti.

Coprire tutti i servizi aggiuntivi di TPL e di trasporto scolastico con un numero sempre maggiore di autisti che migrano all’estero e di altri che, per non ricadere nelle sospensioni derivate dalla mancanza della certificazione verde, si mettono in malattia, è impossibile. Molti sono andati in pensione, altri prendono sussidi senza lavorare, detto in altre parole, la coperta è corta e qualcuno ha deciso che a rimanere scoperte devono essere le imprese artigiane, condannandole così a non sopravvivere.

Nessun percorso di scuola superiore abilita a questa professione, prendere le patenti e le abilitazioni indispensabili per fare l’autista può costare anche più di 6000 euro. Il percorso può durare anche due o più anni, quasi come prendere una laurea, quindi non è alla portata di tutti.

Entrando nel merito, quello che sta accadendo negli ultimi giorni è che, a fronte del subentro di Autolinee Toscane quale gestore del trasporto pubblico dal 1° novembre, le società che avevano in gestione il servizio dalla Regione stanno rimediando alla loro mancanza di personale prosciugando quello delle imprese subaffidatarie che rappresentiamo.

Lo scorso anno le aziende private sono state determinanti svolgendo direttamente servizi aggiuntivi di trasporto pubblico che hanno consentito la mobilità urbana. Grazie al loro impegno i ragazzi sono potuti tornare a scuola in presenza.

Abbiamo salvaguardato i posti di lavoro mantenendo il personale anche durante le chiusure, sacrificando risorse personali per lasciare in piedi le nostre aziende. Non abbiamo chiesto sussidi, ma solo di poter lavorare, e grazie alla collaborazione con la Regione Toscana siamo riusciti nel nostro intento.

Purtroppo però ad oggi, con la perdita degli autisti, le nostre aziende vedono concretizzarsi il rischio di non adempiere ai contratti di TPL e di trasporto scolastico e di conseguenza di essere passibili di ingenti penali. In breve, pende sulla loro testa una spada di Damocle che li condannerebbe a chiudere i battenti in tempi brevi.

Già a partire da domani le aziende non saranno più in grado di espletare tutti i servizi aggiuntivi di TPL scolastico e quelli di scuolabus loro assegnati, con una percentuale alta di mezzi impossibilitati a partire. Abbiamo coscienziosamente avvertito Province e Prefetture.

Tuttavia, se si verificheranno disagi sociali, che nessuno riversi la colpa sui nostri imprenditori che, durante la pandemia, hanno sacrificato tutto per poter garantire alla Toscana il pieno espletamento dei servizi scolastici nonché un servizio di trasporto pubblico sicuro e affidabile.

Sono anni che si denuncia la problematica della mancanza degli autisti e si avverte delle gravi ripercussioni che questa comporta. È il momento che la politica prenda in mano la situazione e non permetta che a pagarne il prezzo più alto siano le aziende di trasporto».

Materia di riflessione per Giani e Baccelli.

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