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Inail: crescono infortuni e morti sul lavoro, governo e regioni impotenti

Inail

ANSA / CIRO FUSCO

ROMA – Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di settembre sono state 396.372, quasi 30mila in più (+8,1%) rispetto alle 366.598 dei primi nove mesi del 2020. E’ quanto emerge dagli “Open data” pubblicati sul sito dell’Istituto.

I dati dei primi nove mesi evidenziano un forte aumento degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+20,3%, da 44.481 a 53.509 casi), poiché confrontati con un periodo, nel 2020, in cui era piuttosto diffuso il ricorso allo smart working. Si registra invece un incremento del 6,4% (da 322.117 a 342.863) per quelli avvenuti in occasione di lavoro.

Dall’analisi territoriale dell’Inail emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-2,0%), al contrario delle Isole (+14,2%), del Centro (+13,2%), del Sud (+12,7%) e del Nord-Est (+12,5%). Tra le regioni si registrano decrementi percentuali solo in Valle d’Aosta, Piemonte, Provincia autonoma di Trento e Lombardia, mentre gli incrementi percentuali più consistenti sono quelli di Basilicata, Molise e Campania.

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di settembre sono state 910, 17 in meno rispetto alle 927 registrate nei primi nove mesi del 2020 (-1,8%, contro il -6,2% della rilevazione di agosto). Il confronto tra il 2020 e il 2021 richiede però cautela, in quanto i dati delle denunce mortali degli open data mensili, più di quelli delle denunce in complesso, sono provvisori e influenzati fortemente dalla pandemia da Covid-19, con il risultato di non conteggiare un rilevante numero di “tardive” denunce mortali da contagio nel mese di marzo 2020.

Le denunce di malattia professionale protocollate nei primi nove mesi del 2021 sono state 40.470, 8.769 in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+27,7%). Le patologie denunciate tornano quindi ad aumentare, dopo un 2020 condizionato fortemente dalla pandemia con denunce in costante decremento nel confronto con gli anni precedenti. Lo scorso anno, infatti, i vari arresti e ripartenze delle attività produttive hanno ridotto l’esposizione al rischio di contrarre malattie professionali.

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