Altra fattispecie considerata dal protocollo è quella che vede due alunni positivi nella stessa classe. Perché, in questo caso, si applicheranno misure diverse, ma uguali in tutta Italia: per gli alunni e i docenti vaccinati o negativizzati negli ultimi sei mesi dopo aver contratto la malattia, la scuola continua in presenza ma effettuando una “sorveglianza con testing”. Mentre gli studenti e gli insegnanti non vaccinati dovranno osservare una quarantena di dieci giorni e, successivamente, dovranno sottoporsi al tampone, che dovrà avere esito negativo per permettere il ritorno in classe.
Ultimo scenario evidenziato dalla nuova disciplina è quello con tre o più casi di positività in una classe. Qui, infatti, la quarantena sarà imposta a tutti, con le regole attualmente vigenti: sette giorni di isolamento per i soggetti già vaccinati, dieci per i non vaccinati. Anche in questo caso, alla fine del periodo di quarantena tutti dovranno fare un tampone prima di poter rientrare a scuola.
Dalla disciplina appena descritta, dovrebbero restare esclusi i servizi educativi per l’infanzia, dove i bambini non sono tenuti a indossare mascherine, come avviene nei cicli d’istruzione successivi. Qui le cose verranno gestite in continuità con quanto avviene oggi. Per tutti gli alunni appartenenti alla stessa sezione o gruppo del positivo verrà prescritta la quarantena di dieci giorni, con tampone alla fine del periodo di isolamento, senza possibilità di deroghe o “sconti”. Con i docenti che hanno svolto attività in presenza nella sezione del bambino positivo che dovranno osservare un periodo di quarantena che varia da sette giorni, per i vaccinati, a dieci giorni, per i non vaccinati, al termine del quale anche per loro sarà previsto il consueto tampone che, se negativo, dà il via libera alla ripresa dell’attività in presenza.
Il dirigente scolastico avrà più potere decisionale in quanto, in presenza di uno studente positivo nel proprio istituto e di mancata risposta tempestiva da parte della Asl di competenza, sarà proprio il preside – insieme al referente Covid – a dover individuare i possibili contatti scolastici del caso positivo e a prescrivere il da farsi, seguendo le indicazioni contenute nel documento.
I sindacati dei dirigenti scolastici hanno già cominciato a mettere le mani avanti, individuando già qualche pecca nelle nuove indicazioni. Ma è presto per dare un giudizio, vedremo l’esperienza di qui alle vacanze di Natale, sottolineando però che ulteriori modifiche apporterebbero nuove disfunzioni a un settore che ha già troppo sofferto per la pandemia, tanto che si temono conseguenze negative per gli studenti soggetti a sospensioni di didattica, dad, tamponi e green pass e altre costrizioni di questo tipo. I ragazzi vogliono tornare a frequentare le aule e ad incontrare i compagni come avevano fatto fino al marzo 2020.