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Aumento prezzi bollette: dalla Germania critica feroce all’intervento del governo Draghi

BERLINO – Dalla Germania arrivano critiche feroci all’operato del governo Draghi. In un articolo pubblicato su Die Presse del 5 novembre, dal titolo significativo «L’Italia se ne frega dei debiti e degli accordi Ue» sui prezzi dell’energia, Virginia Kirst fa le pulci al governo dei migliori.

«Il governo Mario Draghi sta intervenendo sul mercato a sostegno di famiglie e piccole imprese. 4,7 miliardi di euro confluiranno per attutire l’aumento dei prezzi di elettricità e gas. All’ultimo vertice dell’UE, il primo ministro italiano, Mario Draghi, ha spinto per una strategia a livello europeo per combattere l’aumento dei prezzi dell’energia, senza successo. Ora vuole continuare l’intervento di mercato nel suo paese per abbassare i prezzi – e quindi mettere a repentaglio la solidarietà europea.
L’intera Europa soffre attualmente dell’aumento dei prezzi dell’energia: i costi dell’elettricità e del gas sono saliti alle stelle e non c’è fine in vista. L’aumento varia notevolmente a seconda del mix energetico nel rispettivo paese e anche le risposte dei governi differiscono in modo significativo. Mentre alcuni investono miliardi, altri fanno poco o niente.

In Germania, ad esempio, dove il gas costava il 28 per cento in più e l’elettricità il nove per cento in più in ottobre rispetto all’anno precedente, il governo federale non interviene per alleviare il peso per i consumatori. Anche l’Austria esita a intervenire in questo modo nel mercato dell’energia.
In Italia avviene il contrario: nella prima metà dell’anno le famiglie hanno pagato 0,23 euro per chilowattora, all’incirca il prezzo medio UE, eppure il governo è intervenuto con decisione quando è apparso chiaro che i prezzi dell’elettricità e del gas avrebbero potuto aumentare fino al 40 per cento. Roma ha previsto perciò di spendere in più fasi circa 4,7 miliardi di euro per attutire l’aumento dei prezzi.

Draghi punta sulla crescita Con questi approcci fondamentalmente diversi, sorge la domanda su come questo influisca sui parametri comuni di stabilità. Soprattutto in considerazione del fatto che l’Italia ha già uno dei debiti nazionali più alti dell’intera UE, con circa il 156 per cento del Pil, Ma la riduzione del debito a Roma non sembra attualmente la priorità assoluta, anche grazie alla prospettiva dei miliardi che affluiranno da Bruxelles nell’ambito del Fondo di risanamento Corona, di cui l’Italia riceverà il maggior importo in termini assoluti.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi sta attualmente seguendo una linea chiara che ha esposto l’ultima volta ai rappresentanti delle imprese circa un mese fa: “Al momento, i soldi vengono dati e non presi”, ha detto Draghi. Con questa strategia, è già riuscito a mettere l’Italia sulla strada della crescita e il suo Paese si sta attualmente riprendendo sorprendentemente bene dalla crisi.

Per quanto riguarda la bolletta energetica degli italiani, il governo già a giugno ha investito 1,2 miliardi di euro per attutire l’aumento dei prezzi iniziato nel terzo trimestre, mentre da ottobre a dicembre sono previsti altri 3,5 miliardi di euro. Il denaro viene utilizzato per varie misure, che vanno dai bonus sociali per le famiglie particolarmente a basso reddito alle riduzioni fiscali e alla rinuncia ai prezzi di base.

Oltre a una soluzione strutturale a livello dell’UE, sarebbe opportuno considerare l’introduzione di una misura europea che imponga il coordinamento degli interventi dei governi ai futuri aumenti dei prezzi in modo che non si verifichino squilibri evidenti all’interno dell’UE.

Come al solito i tedeschi scagliano strali contro i governi italiani anche quando è evidente che la Germania, soprattutto nell’era Merkel, ha sempre fatto i suoi interessi, infischiandosene concretamente delle regole europee, accusando poi gli altri Stati di infrangere le regole comunitarie. E sembra che neppure nel dopo Merkel i tedeschi abbiano perso questo vizio.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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