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Lamorgese chiede nuove norme contro i rave party e condanna manifestazioni estremisti

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Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese
ANSA / MATTEO BAZZI

ROMA – Nuove norme per contrastare i rave party e condanna manifestazioni estremisti. Il ministro Lamorgese, in un’intervista al Messaggero, si difende dalle accuse di aver sottovalutato la pericolosità dei rave party, per i quali sarebbero necessarie nuove regole, e parte di nuovo all’attacco dei manifestanti violenti e estremisti. Finora, anche nelle risposte date dal governo in Parlamento, il pericolo sembra venire solo dalle manifestazioni dei No Green pass, No vax e neofascisti, mentre quelle dei gretini, dei centri sociali e simili gruppi di sinistra, anche se violente, non sono quasi mai state citate negli interventi ufficiali.

RAVE PARTY – Ecco le affermazioni della ministra sui rave party: «I rave party si sono sempre svolti. Solo nel 2018 ci sono stati almeno una cinquantina di raduni clandestini, dalla centrale di Montalto di Castro alla fabbrica ex Viberti di
Nichelino. E come è stato osservato in più occasioni, le leggi in vigore non ci mettono in condizione di contrastare questi grandi rave illegali come avviene in altri Paesi d’Europa dove le norme sono più severe. Sono consapevole del senso di preoccupazione che questo fenomeno determina nell’opinione pubblica, sia per i comportamenti
illegali connessi all’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti, sia per i riflessi sulla possibile diffusione dei contagi.
Sono convinta che serva un intervento normativo per rafforzare il sistema di prevenzione e contrasto. Il ministero dell’Interno sta lavorando ad un’ipotesi di fattispecie criminosa che consenta di disporre la confisca obbligatoria dei
veicoli e degli strumenti necessari per l’organizzazione dell’intrattenimento e che preveda l’obbligo del ripristino dei
luoghi. Sul piano preventivo, potremmo introdurre la possibilità di ricorrere ad altri strumenti investigativi, come già avviene per diversi reati di particolare gravità. Tutto questo per allinearci alla legislazione degli altri Paesi europei, nei quali, evidentemente, oggi gli organizzatori dei rave party rischiano molto di più. Su queste ipotesi ci sarà un confronto con il ministero della Giustizia» conclude. ma intanto, anche con le leggi in vigore., qualcosa in più, sotto il profilo della prevenzione, si potrebbe fare.

COVID-19 e No green pass: «A quasi due anni dall’inizio dell’emergenza Covid-19, i cittadini continuano ogni giorno a mostrare una straordinaria collaborazione e senso civico nel rispetto delle misure di contenimento della pandemia. E anche le circa 6.200 manifestazioni che si sono svolte in questo periodo sono state nella quasi totalità pacifiche e ordinate. Ciò non toglie che non debba mai essere abbassata la guardia di fronte al rischio che sparute minoranze
di estremisti possano turbare il pacifico svolgimento delle varie forme di protesta, con l’unico obiettivo di creare disordini. Si tratta di insidie serie, da non sottovalutare mai, che in ogni caso le forze di polizia e la magistratura sono in grado di affrontare con la dovuta determinazione».


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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