Cop26 di Glasgow: accordo raggiunto. Ma l’India frena sul carbone. E la Cina chiede modifiche
GLASGOW – La buona notizia è l’accordo raggiunto raggiunto alla Cop26 di Glasgow. Quella cattiva è che è stato accettata la richiesta dell’India di sostituire il termine phase out (uscita) dal carbone per la produzione energetica con il termine phase down (diminuzione). Su richiesta dell’India è stata aggiunta la previsione di finanziamenti per sostenere la transizione energetica. Ma anche la Cina ha annacquato l’intesa.
La conferenza sul clima di Glasgow fino all’ultimo momento è stata alle prese con il rifiuto dell’India di abbandonare rapidamente il carbone per la produzione energetica. La maggior parte dei paesi dà l’ok alla versione finale del documento, anche se molti storcono il naso per il mancato impegno dei paesi ricchi ad aiutare quelli poveri nella crisi climatica. Ma l’India si mette di traverso, e anche la Cina dice che ci sono aggiustamenti da fare. Il documento finale viene così emendato e finalmente si raggiunge l’accordo.
In mattinata era uscita la terza bozza del documento finale. Mantiene l’obiettivo prioritario di tenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi dai livelli pre-industriali: un grosso passo avanti rispetto all’Accordo di Parigi, che puntava di più sul restare sotto 2 gradi. I tagli alle emissioni rimangono il 45% al 2030 rispetto al 2010, e zero emissioni nette intorno alla metà del secolo. La bozza prevede anche una revisione entro la fine del 2022 degli impegni di decarbonizzazione dei singoli stati. E poi invita i paesi ad accelerare sulle fonti rinnovabili, a chiudere al più presto le centrali a carbone e ad eliminare i sussidi alle fonti fossili.