Di Maio: con l’Egitto dobbiamo dialogare, ma Fratoianni reagisce, prima Regeni e Zaki
ROMA – Il ministro Di Maio fa sfoggio di realpolitik e fa infuriare le sinistre che difendono la causa della famiglia Regheni e di Zaki. «Noi nonostante la tragedia Regeni e il caso Zaki sia sul versante Libia che sul versante tensioni tra israeliani e palestinesi dialoghiamo sui temi multilaterali con l’Egitto perché uno di quegli attori che in questo momento ha un’influenza sia sul lato del Medio Oriente che sul Mediterraneo, come la Libia». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, al Festival delle Religioni a Firenze.
«Lo voglio dire chiaramente, purtroppo, ci sono tante differenze valoriali in questo grande Mediterraneo allargato – ha aggiunto – ma se noi utilizziamo il tema del cessate il dialogo con questi attori per rivendicare giustamente di affrontare la questione dei diritti, non riusciamo ad affrontare le questioni multilaterali di cui abbiamo bisogno»
La reazione immediata e furibonda di Fratoianni (Si): «No ministro Di Maio, noi non ci rassegniamo al cinismo della realpolitik. Il diritto della famiglia Regeni ad avere verità e giustizia per l’omicidio di Giulio e il diritto a vedere Patrick Zaki fuori dalle galere di Al Sisi dovrebbero essere al centro dell’iniziativa della Farnesina. Vediamo che non è così, gli affari evidentemente vengono prima dei diritti. Non è una bella pagina – conclude Fratoianni – per il nostro
Paese e per questo governo».