Draghi: «Salviamo il Natale evitando rischi e chiusure». Il braccio di ferro con la Lega. I retroscena
Spiega il super green pass, il presidente del consiglio, Mario Draghi, con parole semplici: «Bisogna preservare quello che, faticosamente, abbiamo conquistato». Ha ragione? Ha torto? Il certificato verde rafforzato, nella sua logica, che rivendica di fronte al Paese, è teso a garantire all’Italia un Natale normale, almeno per i vaccinati, evitando i possibili rischi che vengono da una situazione epidemiologica che giudica sotto controllo e migliore degli altri Paesi Ue. Ma anche in lieve e costante peggioramento.
134MILA MORTI – Draghi usa parole gravi, per riportare alla memoria il passato recente: «I nostri ricordi vanno ai quasi 134 mila morti, alla caduta dell’attività economica, ai negozi chiusi, ai ragazzi che hanno fatto un anno di scuola in assenza, e che non sono stati bene. E alcuni di loro ancora stanno soffrendo. E soprattutto vogliamo andare ai ricordi della povertà. Gli italiani quest’anno hanno reagito, siamo tornati alla normalità e ora vogliamo conservare questa normalità, non vogliamo rischi, ma restando aperti». Per questo, le divisioni all’interno della maggioranza non sono (o non dovrebbero essere) ammesse. E’ ancora una volta la Lega, a sollevare distinguo ed eccezioni. Al mattino, in cabina di regia non c’è il capodelegazione Giancarlo Giorgetti, sostituito dal sottosegretario al Mef Federico Freni, e l’eccezione arriva sulla possibilità di prevedere il Super green pass anche dalla zona bianca, riservando la possibilità di frequentare bar, ristoranti, cinema, teatri e eventi sportivi solo a chi si è vaccinato o è guarito dal Covid.
LEGA – Secondo i rumors che crescono in Transatlantico il Carroccio sarebbe pronto a disertare la riunione del Governo prevista nel pomeriggio. E’ lo stesso Giorgetti, prima di partecipare al Question time, a smentire: «Sarò in Cdm», assicura. Matteo Salvini non ha mai immaginato che i ministri del Carroccio potessero non presentarsi e si è limitato ad ascoltare le forti perplessità di sindaci, governatori e ministri in particolare sul super green pass in zona bianca, viene fatto filtrare. Alla fine si decide per limitare (almeno per il momento) la validità del provvedimento dal 6 dicembre al 15 gennaio e la Lega vota il decreto.
NATALE NORMALE – In ballo, però, è il messaggio, non c’è solo la tenuta del Governo ma quella del Paese, attraversato dalle tensioni tra la grande maggioranza di chi si è vaccinato e la minoranza no vax e no pass, scesa in piazza in più di un’occasione. La mancanza di compattezza, è la sottolineatura, viene usata come scusa per l’evasione dall’obbligo, per la tensione, per la contrapposizione, sembra quasi giustificarsi perché ci sono persone che non la pensano come gli altri. I leghisti non apprezzano troppo. E’ Massimiliano Fedriga, lodato e ringraziato dal premier per l’interlocuzione molto proficua, a replicare: «Il lavoro della Lega a tutela della salute pubblica, della ripresa economica e della tenuta sociale del Paese sta evidentemente dando i suoi frutti». Per risanare il Paese, in ogni caso, è convinto il premier, la cosa fondamentale è che le misure abbiano successo. Per questo, una volta stabilite le regole, l’attenzione del Governo è tutta puntata sulla necessità di farle rispettare. Massima prudenza, insomma, per evitare rischi e non chiudere e anche per salvare le feste. «Ve lo ricordate il Natale l’anno scorso? Vogliamo conservarci un Natale diverso», dice il premier, che spera di assicurare che sia normale almeno ai vaccinati. Sperando che quello dopo, nel 2022, sia normale per tutti. E lì i cronisti piazzano la domandaccia: Mario Draghi passerà al Quirinale il Natale 2022? Il premier glissa, e sorride.