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Riforma fisco: Irpef, aliquote ridotte da 5 a 4, ma stangata per i redditi oltre i 50.000 euro tassati al 43%

Draghi e il ministro Franco preparano la stangata

ROMA -Fisco, riforma, si riducono le aliquote. La riforma fiscale progettata dal Governo è sicuramente favorevole ai redditi bassi, non privilegia il ceto medio, come preannunciato, anzi la novità è una sonora bastonata per i redditi oltre i 50.000 euro (lordi), che passano dal 41 al 43%, con una stangata non da poco. Una riforma in salsa bolscevica, in odio ai cosiddetti ricchi (ma uno può considerarsi ricco con 50 mila euro lordi l’anno?), sulla scia dei contributi di solidarietà imposti ai i cosiddetti pensionati d’oro, con la compiacenza della Corte Costituzionale.

Anche il bonus Renzi – partito da 80 euro e arrivato a 100 euro durante il Conte 2 fino ad essere esteso a tutti i redditi inferiori ai 40mila euro – è stato assorbito dal nuovo disegno di aliquota su cui sta lavorando il Governo nel quadro della riforma fiscale. A Palazzo Chigi infatti si è fatta larga l’opzione di tagliare le aliquote Irpef relegando la soluzione legata all’ampliamento di sconti e detrazioni ad un ruolo secondario, soprattutto quello di correggere eventuali distorsioni o problemi che potrebbero emergere con la riduzione e revisione delle attuali aliquote Irpef.

La Banca d’Italia è stata molto chiara sulla questione, esprimendo attraverso il Capo servizio struttura economica, Fabrizio Balassone, la sua preferenza per un mix di interventi. «Poiché i redditi da lavoro dipendente rappresentano poco più della metà del reddito complessivo dichiarato – ha spiegato ieri durante un’audizione in Senato Balassone – l’obiettivo di ridurre il cuneo fiscale che grava su di essi sarebbe più efficacemente raggiungibile con la revisione di detrazioni e trattamento integrativo – cioè l’ex bonus Irpef – piuttosto che con la sola riduzione delle aliquote che favorirebbe anche i redditi diversi da quelli da lavoro dipendente».

Nel frattempo è stato raggiunto l’accordo politico sulla riforma: gli scaglioni dell’imposta sul reddito delle persone fisiche scendono da 5 a 4, così come le aliquote. La fascia di reddito più bassa, fino a 15mila, resta invariata al 23%, quella 15-28mila scende dal 27% al 25%, quella 28-50mila va dal 38% al 35%, mentre oltre i 50mila si passa direttamente al 43%. Viene cancellata, quindi, l’aliquota del 41%.

Sulla no tax area si valutano piccole modifiche. Anche le detrazioni verranno ‘riprofilate’ e questo, viene riferito, porterà a un vantaggio anche per i redditi sopra i 50mila euro, penalizzati (quelli da 50 a 75mila) dalle nuove aliquote. Attualmente si paga il 23% fino a 15mila euro, il 27% da 15 a 28mila, il 38% da 28mila a 55mila, il 41% da 55 a 75mila e il 43% oltre i 75mila. Le novità dovranno ora essere tradotte in un emendamento al Ddl di Bilancio dove è stato inserito un fondo da 8 miliardi.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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