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Presidenziali Francia: Zemmour aggredito e ferito prima di un comizio. Attivisti antirazzisti all’assalto del candidato di estrema destra

Zemmour
Eric Zemmour EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON

PARIGI – Eric Zemmour è stato ferito a un polso da un uomo che l’ha afferrato, subito prima che salisse sul palco del suo primo meeting elettorale a Villepinte, nella banlieue di Parigi. Lo riferisce il suo staff all’Afp, aggiungendo che i medici gli hanno dato 9 giorni di prognosi (incapacità totale al lavoro).

Il polemista di estrema destra sta valutando l’ipotesi di depositare una denuncia, ha aggiunto Antoine Diers, portavoce del nuovo partito ‘Reconquête’ di Zemmour. L’aggressore è stato subito portato fuori dalla sala, ha detto lo staff.

Partire alla “riconquista del più bel Paese del mondo”: parola di Eric Zemmour, l’ex polemista di estrema destra candidatosi il 30 novembre alle elezioni presidenziali francesi del 2022 che oggi ha tenuto il suo primo grande comizio elettorale dinanzi a migliaia di militanti giunti al Palazzo delle Esposizioni di Villepinte, nella banlieue nord di Parigi. Un evento segnato da momenti di alta tensione. Poco prima di salire sul palco, il sessantatreenne candidato è stato strattonato da individuo che secondo BfmTv avrebbe già dei precedenti. Scintille anche durante l’intervento di Zemmour, quando in fondo alla sala sono scattati tafferugli e sedie lanciate in aria tra attivisti antirazzisti ed alcuni militanti di estrema destra. Almeno due persone avevano il volto insanguinato dopo gli scontri, tra cui una militante di Sos Racisme.

Mentre a Parigi circa 2.200 manifestanti, secondo la questura, hanno sfilato per denunciare la discesa in campo del candidato anti-Islam e anti-migranti due volte condannato per istigazione all’odio razziale. Il leader del neonato movimento politico ‘Reconquete’, Riconquista (un chiaro riferimento storico alla ‘Reconquista spagnola sulla dominazione musulmana’), è entrato in scena dinanzi ai 15 mila presenti in sala a metà pomeriggio, accolto da ovazioni e un tripudio di bandiere bleu-blanc-rouge.

«Se vinco quest’elezione, non sarà l’ennesima alternanza ma l’inizio della riconquista», ha assicurato Zemmour rivolgendosi al pubblico composto di tanti giovani, in stragrande maggioranza bianchi, giunti dai quattro angoli della Francia. «Il popolo francese – ha continuato – è qui da mille anni. E non ha detto l’ultima parola». Come primo slogan elettorale Zemmour ha scelto il motto ‘l’impossibile non è francese’, attribuita al suo beniamino Napoleone Bonaparte. Nel discorso di circa un’ora, incentrato soprattutto su temi identitari, lui ha assicurato di non essere razzista ma di voler difendere la nostra identità.

Rispedite al mittente anche le accuse di neofascismo: Io fascista? Ma fatemi il favore… Poi è tornato a tuonare contro i flussi migratori che a suo avviso minacciano il Paese, secondo la controversa teoria del ‘grand remplacement’, vale a dire la sostituzione della Francia cosiddetta ‘bianca’ con i francesi di origine straniera.

«L’immigrazione zero – ha avvertito – diventerà un obiettivo chiaro della nostra politica». Nel suo programma, il candidato di estrema destra promette tra l’altro l’abolizione dello Ius soli e l’espulsione sistematica di tutti i clandestini presenti sul territorio. «Prima della prossima estate – ha incalzato Zemmour in abito scuro, camicia bianca e cravatta azzurra – voglio limitare il diritto d’asilo a una manciata di individui». Per poi assicurare di voler tendere la mano a quei musulmani che vogliono diventare nostri fratelli, assimilandosi alla società francese. Ex giornalista ed ex star dei talk show ossessionato dalle questioni identitarie, Zemmour ha parlato anche di altre cose, con la promessa di reindustrializzare la Francia.

Pur senza mai invocare una ‘Frexit’, ha rivolto dure critiche all’Unione europea ed ha annunciato che se verrà eletto presidente farà uscire Parigi dal comando integrato della Nato. Zemmour si è ufficialmente candidato alla corsa all’Eliseo il 30 novembre, dicendo di voler salvare la Francia e i suoi valori minacciati a suo parere dall’immigrazione e l’Islam. Nelle ultime settimane, i sondaggi lo vedono tuttavia in calo rispetto all’impennata iniziale, quando alcune rilevazioni lo davano davanti a Marine Le Pen per un possibile ballottaggio presidenziale contro Emmanuel Macron.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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