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Oxfam e Emergency: se non si vaccinano i Paesi poveri pandemia non finirà

ROMA – Oxfam e Emergency contro le case farmaceutiche. «Il rifiuto delle aziende farmaceutiche di condividere scienza e tecnologia e la mancanza di azione da parte dei Paesi ricchi, per garantire l’accesso ai vaccini a livello globale, hanno generato le condizioni ideali per la diffusione di nuove varianti come Omicron».

È quanto denunciano Oxfam ed Emergency, membri della People’s Vaccine Alliance (PVA), a un anno dalla somministrazione della prima dose del vaccino Pfizer/BioNTech nel Regno Unito. «Da allora molta strada sono state vaccinate oltre tre miliardi di persone. Tuttavia, mentre paesi come Italia, Regno Unito e Canada hanno acquistato dosi sufficienti per vaccinare completamente la loro intera popolazione, in Africa sub-sahariana con l’attuale quantità di dosi disponibili è possibile vaccinare solo 1 persona su 8».

Nel Regno Unito – sottolineano Oxfam ed Emergency – ha ricevuto la terza dose un numero di persone quasi uguale al totale completamente vaccinato in tutti i Paesi a basso reddito; in l’Italia quasi la metà (oltre 8 milioni e mezzo di persone).

Di fronte a questo scenario Oxfam ed Emergency lanciano un appello urgente alle aziende farmaceutiche e ai paesi ricchi affinché cambino rotta prima che sia troppo tardi. Nel dettaglio viene richiesta: l’approvazione immediata della sospensione alle norme sulla proprietà intellettuale per porre fine al controllo monopolistico delle aziende farmaceutiche su vaccini, test e trattamenti COVID-19. L’Organizzazione mondiale del commercio (OMS) deve riunirsi urgentemente e discutere la proposta di sospensione per ottenere finalmente un accordo tra gli stati membri; il riconoscimento di tutti i vaccini come beni pubblici globali, comprese le nuove versioni che potranno essere progettate per combattere la variante Omicron; la condivisione di “ricette” e know-how con i produttori di tutto il mondo tramite l’Organizzazione Mondiale della Sanità.


KULANKA

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