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Open Arms, processo: Ammiraglio Liardo: «migranti a bordo sempre stati assistiti», nave Ong rifiutò porto sicuro Malta
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PALERMO – I primi testi escussi a Palermo, pur convocati a richiesta della procura, non confermano le tesi accusatorie del procuratore Lo Voi e della sua schiera di sostituti. «I migranti a bordo della nave Open Arms sono sempre stati assistiti da un punto di vista di salute e quando c’erano esigenze particolari venivano sbarcati». A dirlo in aula, rispondendo alle domande dell’avvocata Giulia Bongiorno, difensore di Matteo Salvini nel processo Open Arms, è l’ammiraglio Sergio Liardo, che nell’agosto 2019 si era occupato dalla Capitaneria di porto del caso. E accusa Open Arms «Non accettò il pos, cioè il porto sicuro, di Malta perché ritiene che a quel punto sbarcare i migranti avrebbe potuto creare dei problemi».
La nave iberica Open Arms rifiutò di dirigersi in Tunisia, di sbarcare 39 immigrati a Malta, di fare rotta in Spagna (diniego ribadito in due occasioni), non fornì dettagli sullo stato di salute delle singole persone a bordo (domandò di farle sbarcare tutte, ma esclusivamente in Italia). Sono alcuni aspetti, come sottolineano fonti della difesa di Matteo Salvini, in Aula a Palermo per il processo Open arms, emersi durante la testimonianza dell’ammiraglio Sergio Liardo.
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