Pillole anticovid: Ema dà il via libera anche a Pfizer (Paxlovid) e a due nuovi trattamenti
BRUXELLES – Dopo molnupiravir, la pillola anti Covid Merck, è il turno del farmaco Pfizer: è atteso in Italia a gennaio 2022, avendo già incassato il via libera dell’EMA (Agenzia europea per il farmaco). Le anticipazioni sono di Guido Rasi, consulente del Commissario per l’emergenza Figliuolo, che ha annunciato l’imminente arrivo della nuova cura: L’EMA ha dato il via libera: al farmaco della Pfizer che sembra molto utile.
Vediamo di seguito a che punto siamo con le cure disponibili e quali sono le ultime indicazioni UE su durata Green Pass e tempistiche per la terza dose, oltre alle misure di contrasto al virus, dal punto di vista sanitario e normativo.
Il nuovo farmaco prodotto da Pfizer (Paxlovid) può dunque essere utilizzato per il trattamento della Covid-19 nei pazienti adulti che non richiedono ossigeno supplementare ma siano a rischio di progressione verso la malattia grave. Va somministrato il prima possibile dopo la diagnosi, entro 5 giorni dall’inizio dei sintomi. Come si spiega nelle raccomandazioni EMA: I due principi attivi del medicinale, PF-07321332 e ritonavir, disponibili in compresse separate, devono essere assunti insieme due volte al giorno per 5 giorni.
Quello della cura farmacologica del Coronavirus è un percorso che si snoda in parallelo alla campagna vaccinale, pensato soprattutto per arginare il potere dirompente della variante Omicron in termini di trasmissibilità. D’altro canto, da solo il vaccino non basta, in base a quanto ritiene il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc).
L’EMA ha concesso l’autorizzazione anche per due nuovi trattamenti.
- Il primo è un anticorpo monoclonale: Xevudy (sotrovimab), per il trattamento della Covid-19 in adulti e adolescenti.
- Il secondo è un medicinale immunosoppressivo: Kineret (anakinra), per il trattamento della Covid-19 in adulti con polmonite che richiedono ossigeno supplementare e sono a rischio di insufficienza respiratoria.
Ben vengano le cure alternative ai vaccini, visto che, secondo l’ultimo report ISS (Istituto Superiore di Sanità), il tasso di occupazione in terapia intensiva di pazienti Covid in Italia è al 9,6% (era all’8,5% una settimana fa), mentre quello di occupazione in aree mediche e al 12,1 (rispetto al precedente 10,6%). Sullo sfondo, il rischio che le festività natalizie inaspriscano la situazione, complici gli eventi e le riunioni familiari di fine anno, per le quali l’invito è alla massima prudenza.