Obbligo vaccinale: per introdurlo servirebbe una legge. In caso di effetti avversi lo Stato pagherebbe i danni
Introdurre il vincolo dell’obbligo vaccinale potrebbe comportare serie conseguenze negative per lo Stato, ed è forse per questo che la decisione è molto controversa fra le forze politiche, anche se sostenuta fortemente dal Pd e dal ministro Speranza. Molti esperti sostengono che l’introduzione dell’obbligo vaccinale avrebbe come conseguenza archiviare il consenso informato che oggi chiunque deve firmare prima della somministrazione del vaccino, e aprire le porte al possibile riconoscimento di indennizzi in caso di reazioni avverse, per le quali sia accertato il nesso di causalità. I casi, anche se limitati, non mancano. E iniziano a fioccare azioni legali.
Nei giorni scorsi si è tenuta una manifestazione di protesta davanti al ministero della Salute organizzata dall’avvocato partenopeo Erich Grimaldi, presidente del Comitato per le cure domiciliari precoci contro il Covid-19. E sarà lui, insieme al team di legali che lo affiancano, a presentare, per ora, venti ricorsi, in altrettanti Tribunali, per accertamenti tecnici preventivi in base all’articolo 696 del codice di procedura civile. Atti che servono a ottenere la nomina di un medico legale e ad avviare l’istruttoria per accertare se i disturbi di salute manifestati sono da ricondurre proprio alla vaccinazione, e accedere così a tutto l’iter per la richiesta di indennizzo. La legge 210 del ’92 prevede infatti che i risarcimenti siano riconosciuti solo in caso di reazioni avverse in seguito alla somministrazione di un vaccino obbligatorio. Nella sua sentenza del 2012 la Corte costituzionale ha giudicato questo vincolo eccessivo e illegittimo, riconoscendo il diritto all’indennizzo anche qualora il vaccino sia solo raccomandato. Questo principio generale, come chiarito dalla Consulta, va tuttavia interpretato caso per caso e non rende automatico l’indennizzo.
E seppur ai primi posti nella classifica europea per copertura vaccinale contro la pandemia, l’Italia è agli ultimi per quanto riguarda la tutela delle vittime di effetti indesiderati. L’Italia infatti è l’unico, insieme alla Spagna, tra i grandi Stati Ue a escludere l’indennizzo pubblico per le vaccinazioni che il governo si limita a raccomandare, senza renderle obbligatorie. Come quella contro il Covid. L’obbligo vaccinale non esiste ufficialmente in nessuno dei Paesi Ue, sebbene sia quasi imposto de facto tramite il Super Green pass. Eppure alcune nazioni (Francia, Germania, Olanda, Svezia, Austria, oltre al Regno Unito, ormai uscito dall’Ue) hanno esteso le loro normative preesistenti o introdotto meccanismi ad hoc per l’immunizzazione Covid per consentire a chiunque di essere indennizzato dallo Stato. Basta presentare la decisione di un tribunale o altro organismo competente che comprovi il nesso di causalità tra vaccino ed effetto avverso.
Il ministero della salute ha finora respinto le richieste di compensazione presentate da coloro che hanno contratto patologie dopo l’inoculazione o dai familiari di chi è addirittura deceduto, adducendo la non obbligatorietà dei vaccini Covid. Ecco perché alla parte lesa non resta che la via legale, quella di tentare un ricorso giudiziario, sperando in una nuova favorevole sentenza della Corte costituzionale.
Ma la situazione cambierebbe radicalmente in caso di obbligo vaccinale imposto per legge a tutti. L’imposizione infatti non può avvenire tramite provvedimenti indiretti come l’obbligo di green pass o super green pass. Anche il costituzionalista Massimo Luciani, ordinario all’Università la Sapienza di Roma, ha ribadito questo concetto in un’intervista a Repubblica: «Serve una legge senza alcun dubbio, perché la Costituzione esige che i trattamenti sanitari obbligatori siano previsti proprio da una legge». E l’ex presidente della Consulta Valerio Onida, in un’intervista al Fatto Quotidiano, è stato addirittura più esplicito: «Ha ragione chi dice che in caso di danni spetta l’indennizzo. La Corte Costituzionale nella sua giurisprudenza è chiara. Per avere diritto ad avere un risarcimento è necessario che la vaccinazione sia quanto meno raccomandata».
Si comprende dunque la ritrosia di una parte del governo a sancire per legge l’obbligo vaccinale, ma ci rimetterebbero i cittadini che dovrebbero ricorrere alle varie istanze di giustizia, anche europee, per far valere i loro diritti.