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Nucleare: scontro Salvini-Conte. Draghi prova a mediare nell’interesse del Paese

Il consiglio dei ministri del governo Draghi
(Foto ANSA)

Avrà davvero voglia, Mario Draghi di restare a Palazzo Chigi con l’aria che tira? Quale? Quella, gelida e devastante, legata alle scelte sull’energia, dopo la burrascosa seduta del governo sul decreto anti covid. Cercherà la via di fuga al Quirinale, Draghi, o proverà, per l’ennesima volta a mediare sul nucleare? Lega, Forza Italia e Iv sono per il sì. Pd, M5s e Leu contro. Ecco il nuovo fronte di scontro nella maggioranza. Matteo Salvini e Giuseppe Conte, su due posizioni opposte, strattonano il premier. Il leader della Lega, pronto anche a presentare un quesito referendario per il ritorno dell’Italia al nucleare, usa il tema per ribadire la richiesta di un nuovo intervento del governo per tagliare le bollette. Il presidente del M5s intima invece al governo di prendere atto che il partito con il gruppo parlamentare più nutrito della maggioranza è contro il nucleare, anche quello pulito, e vuole che l’Italia si opponga alla scelta dell’Ue di inserirlo nella tassonomia, tra le fonti sostenibili.

LUCE E GAS – Alle sollecitazioni dei partiti il governo non risponde, tace Palazzo Chigi. Il ministro Roberto Cingolani si era detto favorevole alla ricerca sul nucleare pulito, ma nell’ambito della tassonomia, che indirizza gli investimenti ritenuti sostenibili, è sul gas naturale che punta l’Italia, dopo aver chiuso le centrali a seguito del referendum del 1987. Nella disputa tra chi, come la Francia, punta sull’atomo, e chi come la Germania e l’Austria, vi si oppone, l’esecutivo per ora non si schiera e non sembra voler presentare ricorso contro la proposta della Commissione. Del resto anche Berlino – fanno notare – non sembra intenzionato a farlo, al contrario di Vienna che ha già annunciato la sua impugnazione. Tutt’altro discorso è quello di un tavolo sull’energia, che Salvini ha chiesto a Draghi di convocare, e di un possibile nuovo intervento per calmierare il prezzo delle bollette. Ma anche in questo caso, il tavolo ad oggi non risulta convocato. E l’esecutivo frena su un nuovo stanziamento per tagliare i costi di luce e gas, dopo i 3,8 miliardi previsti in manovra per il primo trimestre 2022. Il leghista Giancarlo Giorgetti in uno degli ultimi Consigli dei ministri ha chiesto di fare di più. Ma servirebbe un nuovo scostamento di bilancio per aprire spazi in deficit e tra Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia si registra prudenza. I partiti intendono tornare a sollevare il tema insieme a quello dei sostegni alle attività danneggiate dal Covid, su cui il governo lavorerà la prossima settimana. Il pressing, a partire dal M5s, è per uno scostamento attorno ai 10 miliardi.

TASSONOMIA – Il nodo è se farlo, chiedendo l’autorizzazione al Parlamento prima del voto per il Colle. Ad oggi non sembra questo l’orientamento. Si valuterà la prossima settimana, quando si ragionerà sui sostegni per il Covid, per i quali secondo alcuni calcoli servirebbero 2 miliardi. Ma la linea, su questo come sull’energia, è evitare interventi a pioggia. Ad ogni modo, il nucleare diventa nuova occasione per marcare le distanze tra i partiti della maggioranza, che potrebbero emergere anche a Strasburgo, quando i gruppi del Parlamento Ue saranno chiamati a esprimersi sulla tassonomia. Tra i ministri c’è chi derubrica lo scontro a baruffa tattica in vista del Quirinale e chi ritiene che sia un sintomo di un’esperienza di governo e di larga maggioranza che si va esaurendo, come dimostra anche la recrudescenza dello scontro sulle misure anti Covid e l’obbligo vaccinale. Di sicuro, ciascun partito prende posizione sul tema: da un lato ci sono centrodestra e Iv, dall’altro centrosinistra e M5s. Salvini attacca: vogliono frenare lo sviluppo del Paese e far pagare agli italiani le bollette più care d’Europa. I reattori attivi nel mondo sono ormai ben 542, oltre 100 solo in Europa, oltre 50 solo in Francia. Draghi con chi sta? Col passato o col futuro? E Conte, dopo la presa di posizione di Enrico Letta contro l’atomo, schiera il M5s. La speranza? Che Draghi, ancora una volta, da vero presidente tecnico, riesca a salvaguardare l’interesse dell’Italia.


Sandro Bennucci

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