Quirinale, fumata nera: vince la scheda bianca. Un voto a Dino Zoff, Bruno Vespa e Amadeus
ROMA – I giochi sono stati avviati, e stanno continuando, fuori dall’Aula. Nel segreto dell’urna, i grandi elettori del Presidente della Repubblica hanno dato vita al festival della scheda bianca, probabilmente un segnale per dire che i nomi veri arriveranno appena ci sarà l’accordo politico. Le schede bianche sono state 672, schede nulle 49, voti dispersi 88. Presenti e votanti 976, astenuti nessuno.
Il più votato è stato Paolo Maddalena, candidato ufficiale di Alternativa c’è, con 36 voti; a seguire il presidente uscente Sergio Mattarella con 16 voti, quindi la ministra della Giustizia Marta Cartabia con 9. Voti, tra i politici, anche per Marco Cappato, Francesco Rutelli, Umberto Bossi, Ettore Rosato, Silvio Berlusconi, Maria Teresa Baldini, Vincenzo De Luca, Elisabetta Casellati, Giuliano Amato ed Elisabetta Belloni. Non sono mancati i voti ironici: hanno preso almeno un voto Alberto Angela, Alfonso Signorini, Bruno Vespa, Amadeus, Claudio Lotito, Dino Zoff (che rispetto agli altri è stato almeno campione del mondo e d’Europa).
Nel corso dello spoglio – secondo quanto stabilito dall’ufficio di presidenza congiunto di Camera e Senato – il presidente Fico ha dato lettura del solo cognome (ove la scheda recasse solo tale indicazione ovvero quando, pur riportando altre notazioni, sia stato comunque univocamente individuabile il soggetto cui è attribuito il voto). Il quorum di due terzi per l’elezione del presidente della Repubblica equivaleva nella giornata odierna a 672 voti, in ragione della scomparsa dell’onorevole Vincenzo Fasano. Si farà in modo di avere per la votazione di domani il subentrante (che dovrebbe essere Maria Rosa Sessa, detta Rossella, la prima dei non eletti nelle liste di Forza Italia nel listino proporzionale della Campania): domani alle 12 sarà convocata la Camera a domicilio ad hoc per la proclamazione, che passerà prima in Giunta e poi in Aula.
Il quorum quindi dovrebbe tornare a quota 673. Si tratta di una procedura eccezionale nella storia repubblicana: non era mai accaduto che durante l’elezione di un presidente della Repubblica la Camera venisse convocata a domicilio per la proclamazione di un subentrante. Uno dei tanti aspetti inediti di questa elezione, come quello che ha visto i senatori entrare in aula per votare in blocchi da 50, in fasce orarie, per ragioni sanitarie. Domani la seduta si svolgerà sempre dalle 15, per consentire la partecipazione ai funerali dell’onorevole Fasano a Salerno. Mercoledì invece si svolgerà a partire dalle 11 (l’intenzione sarebbe quella di confermare quest’orario anche per i giorni seguenti).
Il primo grande elettore a votare per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, poco dopo le 15, è stato il senatore Umberto Bossi, entrato in sedia a rotelle in una delle tre cabine elettorali predisposte nel cuore dell’emiciclo, che hanno sostituito gli storici catafalchi per ragioni sanitarie. All’inizio della prima chiama hanno votato quattro senatori a vita su sei: Elena Cattaneo (anche lei in stampelle, in seguito allo scippo subìto nei giorni scorsi), Renzo Piano, Mario Monti e Liliana Segre. Non hanno risposto alla chiama Giorgio Napolitano e Carlo Rubbia. Il mio auspicio per il prossimo presidente? Che sia uguale a quello che abbiamo adesso spiega Segre a 9colonne, che in merito all’ipotesi di un presidente donna si esprime così: Spero che sia meritevole a prescindere dal genere femminile o maschile, che sia una persona perbene.
Undici, invece, i grandi elettori tra positivi e quarantenati che hanno espresso il loro voto nel seggio speciale allestito nel parcheggio della Camera: dopo una chiama ‘fittizia’ dei grandi elettori che hanno votato al drive in fuori da Montecitorio, le loro schede sono state sanificate e aggiunte nell’urna che contiene quelle votate in Aula.