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Cecchi Gori migliora: «E’ solo una polmonite, a 80 anni siamo più deboli». Amareggiato per Vlahovic

Vittorio Cecchi Gori sulla balaustra dello stadio Franchi in un famoso scatto del grande fotoreporter Roberto Germogli

ROMA – Vittorione Cecchi Gori migliora: è ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma, ma le sue condizioni sembrano non essere di particolare gravità. «Ho solo una polmonite, niente Covid, come avrebbe detto il mio medico. In realtà il Covid l’ho già avuto e ne sono guarito. Sono sereno – aggiunge con voce squillante – il fatto è che a 80 anni ci si indebolisce, mi danno l’ossigeno, ma niente Covid».

E’ un po’ contrariato, Vittorio, per la cessione di Vlahovic alla Juve da parte dalla Fiorentina, di cui è sempre innamorato. Nei suoi 12 anni di gestione della società, Cecchi Gori, non ha mai ceduto uno dei suoi grandi calciatori ai bianconeri. Prese la Fiorentina, insieme al padre Mario, grande produttore cinematografico, subito dopo la cessione di Baggio alla Juve da parte della famiglia Pontello. Vinse due volte la Coppa Italia e una Supercoppa. I Della Valle e Commisso, in 20 anni, non hanno mai vinto nulla. Vittorio dette via Batistuta, quando era a fine carriera, solo perchè lui, Gabriel Omar, voleva andare a vincere lo scudetto con la Roma.

Nato a Firenze il 27 aprile 1942, figlio di Mario Cecchi Gori, Vittorio ha al suo attivo film come IL POSTINO e LA VITA È BELLA di Roberto Benigni che vinse tre Oscar: migliore colonna sonora, miglior film straniero e attore protagonista andato allo stesso Benigni. Produsse anche il CICLONE, di Leonardo Pieraccioni, con il cui incasso prese la un giocatore che considerava la ciliegina per la Fiorentina: Andrej Kanchelskis. Condannato definitivamente in Cassazione a otto anni e mezzo per bancarotta fraudolenta per il fallimento della Safin Cinematografica, vicenda per cui aveva già passato quattro mesi agli arresti nel 2008, il produttore è agli arresti domiciliari nella casa ai Parioli dei suoi genitori acquistata con i ricavi de IL SORPASSO.

La sua parabola comincia a curvare verso il basso a fine anni ’90. Prima la separazione dalla moglie, che avanzerà una richiesta di 2.000 miliardi di lire. Poi nel 2000 la cessione di Tmc a Seat-Pagine Gialle, con una operazione di scambio azionario che si rivela assai sfavorevole. Quindi i guai giudiziari: il 5 luglio 2001 il produttore viene anche perquisito nella sua abitazione romana, dove si trova con l’allora compagna Valeria Marini, per un’inchiesta della procura di Firenze che lo indaga per concorso in riciclaggio: ai poliziotti che trovano cocaina nella sua cassaforte dirà che è solo zafferano. Nell’estate del 2002 la Fiorentina fallisce sotto il peso dei debiti: il primo agosto il consiglio della Figc non la iscrive al campionato e il 27 settembre fallisce, con Cecchi Gori prima indagato e poi messo agli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta. Abbandonati tv e calcio e crollato l’impero cinematografico, Vittorio è nei guai giudiziari. Ma a Firenze le sue vicende sono seguite con attenzione. Gli viene rimproverato il fallimento del 2002, ma tutti riconoscono il suo grande amore per la Fiorentina. E’ stato davvero, almeno finora, il più grande presidente tifoso.



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