
Crisi Ucraina: Scholz e Di Maio in missione a Kiev e Mosca, per evitare l’attacco annunciato dagli americani

ROMA – Biden agisce in modo da far alzare la tensione contro Putin e ha più volte denunciato (senza fornire le prove) che la Russia potrebbe invadere l’Ucraina in qualsiasi momento creando un “pretesto a sorpresa per un attacco”. E’ quanto sostengono gli Stati Uniti. Ammassati al confine ci sono più di 130.000 soldati e Washington – pur mantenendo aperti i canali diplomatici che finora non sono riusciti ad alleviare la crisi – ha ripetutamente affermato che un’invasione è imminente. Mosca nega qualsiasi piano del genere e accusa l’Occidente di “isteria”. Intanto a Kiev è iniziato l’incontro tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente ucraino Zelensky. Domani il capo del governo tedesco sarà al Cremlino a Mosca per incontrare Vladimir Putin.
Domenica, nel corso del colloquio con il presidente ucraino, Biden ha riaffermato “l’impegno degli Stati Uniti per la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina” e ripetuto che “gli Stati Uniti risponderanno rapidamente e con decisione, insieme ai loro alleati e partner, a qualsiasi ulteriore aggressione russa contro l’Ucraina”. I due leader, si legge ancora nella nota della Casa Bianca, hanno comunque convenuto “sull’importanza di continuare a perseguire la diplomazia e la deterrenza in risposta al rafforzamento militare russo ai confini dell’Ucraina”.
Gli Stati Uniti si stanno intanto preparando a ritirare tutto il proprio personale da Kiev nelle prossime 24-48 ore, secondo quanto hanno confermato tre fonti a CBS News, senza fornire ulteriri dettagli. Washington ha già ordinato a tutti i dipendenti non essenziali di lasciare l’ambasciata americana a Kiev. I servizi consolari presso la sede diplomatica Usa nella capitale ucraina sarebbero stati sospesi ieri.
Domani 15 febbraio riunione Osce
“L’Ucraina ha chiesto alla presidenza polacca dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) di tenere un incontro con la Russia e altri Stati interessati a proposito di insolite attività militari. La riunione sarà convocata martedì secondo il documento di Vienna”. Su Twitter, l’annuncio della presidenza polacca dopo che Kiev ha chiesto ieri una riunione entro 48 ore, sottolineando che Mosca non ha risposto alle sue richieste di chiarimenti sulle attività militari nelle zone vicine all’Ucraina e in Crimea.
“Se la Russia è seria quando parla dell’indivisibilità della sicurezza nello spazio dell’Osce, deve adempiere al suo impegno per la trasparenza militare al fine di allentare le tensioni e rafforzare la sicurezza per tutti”, ha affermato il ministro degli Esteri ucraino.
Oggi, in un’intervista alla BBc, l’ambasciatore ucraino a Londra, Vadim Pristaiko, ha parlato della possibilità che Kiev possa rinunciare all’intenzione di aderire alla Nato, se questo contribuisse a evitare la guerra. Rispondendo a una domanda su un possibile cambio della posizione ucraina rispetto all’adesione alla Nato, Prystaiko ha detto che sì, ”potremmo” cambiare la nostra posizione. ”Soprattutto se saremo minacciati, ricattati e spinti a farlo”, ha detto. L’ambasciatore ha subito dopo fatto marcia indietro e ha assicurato che le ambizioni atlantiche del suo Paese rimangono intatte. E’ un “fraintendimento”, ha chiarito. “Dobbiamo semplicemente trovare una soluzione entro domani”, ha commentato, facendo riferimento al giorno in cui Washington prevede l’attacco di Mosca. “Non siamo membri della Nato in questo momento e per evitare la guerra siamo pronti a molte concessioni ed è quello che stiamo facendo nelle nostre conversazioni con i russi”, ha continuato. “Non ha nulla a che fare con la Nato, che è sancita dalla Costituzione”, ha aggiunto.
Per il Cremlino la rinuncia, “formalizzata in qualche modo”, dell’Ucraina ad aderire alla Nato “potrebbe contribuire considerevolmente a formulare una risposta più significativa alle preoccupazioni di Mosca”, ha detto il portavoce della presidenza russa, Dmitri Peskov.
Il fronte diplomatico
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che oggi è a Kiev e martedì a Mosca per incontrare il presidente Vladimir Putin, ha chiesto alla Russia di diminuire l’escalation e ha avvertito delle sanzioni in caso di invasione: ”sanzioni severe che abbiamo preparato con cura e che possiamo mettere in atto in qualsiasi momento”. Scholz ha poi descritto la sua missione a Kiev come ”un tentativo di garantire la pace all’Europa”. Durante l’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy, Scholz dovrebbe discutere di come la Germania possa aiutare l’economia ucraina.
“Stiamo assistendo a una minaccia della pace molto seria in Europa”, ha detto poco prima di partire e in un post su Twitter ha scritto: “In viaggio per l’Ucraina. Oggi a Kiev e domani a Mosca porterò avanti i nostri colloqui sulla situazione ancora molto grave al confine dell’Ucraina. A Kiev è importante per me esprimere la nostra continua solidarietà e sostegno all’Ucraina”.
Il primo ministro britannico Boris Johnson ha affermato che la situazione in Ucraina è “molto, molto pericolosa” e ha invitato il presidente russo Vladimir Putin a fare un passo indietro dall'”orlo del precipizio”. Johnson ha in programma un’accelerata sul fronte diplomatico per cercare di scongiurare l’attacco russo all’Ucraina. Lo ha fatto sapere Downing Street, sottolineando che la crisi è giunta a “un punto critico. “Tutte le informazioni in nostro possesso – si legge in una nota del governo britannico- suggeriscono che la Russia potrebbe pianificare un’invasione dell’Ucraina in qualsiasi momento. E ciò avrebbe conseguenze disastrose sia per l’ Ucraina che per la Russia. Ma c’è ancoro spazio per la riduzione dell’escalation e la diplomazia e il premier continuerà a lavorare instancabilmente a fianco dei nostri alleati per convincere la Russia a fare un passo indietro”. Non è chiaro dove o con chi parlerà il premier, che però dovrebbe imbarcarsi in una missione diplomatica versa la fine della settimana.
Di Maio in partenza per Ucraina e Russia
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio partirà domani 15 febbraio per una missione in Ucraina e poi in Russia, nel tentativo di dare sostanza all’impegno dell’Italia per favorire una soluzione diplomatica e sostenibile alla crisi. Indiscrezioni sul viaggio del ministro nei due Paesi circolavano già da questa mattina, ma la Farnesina non ne aveva ancora dato conferma ufficiale, essendo ancora in fase di preparazione. Ad annunciare la missione di Di Maio è stato così il suo omologo del Qatar, sceicco Mohammed al Thani, incontrato questa mattina a Roma. Durante dichiarazioni congiunte alla stampa, il capo della diplomazia di Doha ha detto: “Auguriamo” al ministro “un successo per la sua visita, domani, in Ucraina e poi in Russia”.
“Come Italia siamo determinati a passare a Mosca messaggi chiari, fermi, unitari in stretto coordinamento con i nostri partner e alleati dell’Unione europea, Nato, Osce, che scoraggino qualsiasi aggressione o escalation”. Lo ha detto oggi Di Maio, dopo il suo incontro con il vice primo ministro e ministro degli esteri del Qatar. “Al contempo manteniamo il nostro impegno per favorire una soluzione diplomatica e sotenibile anche nel quadro degli Accordi di Minsk e del Formato Normandia”, ha aggiunto Di Maio, ricordando che l’Italia continua a “monitorare con preoccupazione” gli sviluppi al confine tra Ucraina e Russia. “Ho informato il ministro Al Thani della nostra decisione, sabato, di invitare i connazionali a lasciare l’Ucraina con voli commerciali e ridurre pienamente il personale non essenziale della nostra ambasciata a Kiev”, ha precisato Di Maio.
G7: “Pronti a sanzioni con impatto ‘enorme’ sulla Russia”
I Paesi del G7 sono pronti a infliggere sanzioni alla Russia dall’impatto “enorme e immediato” nel caso di un’aggressione ai danni dell’Ucraina. E’ quanto si legge in una nota congiunta dei ministri delle Finanze del G7. “L’attuale dispiegamento militare russo ai confini dell’Ucraina è causa di grave preoccupazione”, si legge, “noi, i ministri delle Finanze del G7, sottolineiamo la nostra prontezza ad agire con rapidità e decisione per sostenere l’economia ucraina, sostenendo inoltre gli attuali sforzi per identificare con urgenza una strada diplomatica verso la de-escalation”. “Siamo uniti nella nostra determinazione a proteggere la sovranità e l’integrità territoriale, così come la stabilità economica e finanziaria, dell’Ucraina”, prosegue il comunicato, “il G7, insieme alle istituzioni finanziarie internazionali e in particolare il Fondo Monetario Internazionale tramite il suo ‘Stand-by Arrangement del 2020, stanno fornendo un sostegno finanziario significativo all’Ucraina”.
“Dal 2014 a oggi il sostegno economico complessivo bilaterale e multilaterale ha superato i 48 miliardi di dollari”, si legge ancora, “sulla base della nostra assistenza dal 2014, continueremo a coordinarci in modo stretto per assicurare che l’Ucraina riceva il sostegno economico necessario ad agevolare gli attuali sforzi di riforma delle autorità sotto un programma dell’Fmi, sostenuto inoltre da altre istituzioni finanziarie e partner nello sviluppo, ed è su un percorso economico e fiscale sostenibile”.
“La nostra priorità immediata è sostenere gli sforzi per una de-escalation della situazione”, continuano i ministri del G7, “ad ogni modo, ribadiamo che ogni ulteriore aggressione militare russa contro l’Ucraina sarà affrontata con una risposta rapida, coordinata e robusta. Siamo pronti a imporre collettivamente sanzioni economiche e finanziarie che avranno conseguenze enormi e immediate sull’economia russa”. “Continueremo a monitorare la situazione molto da vicino e restiamo pronti ad agire in una maniera fortemente coordinata e con brevissimo preavviso con ulteriore sostegno economico e finanziario all’Ucraina”, conclude la nota.
Ue: “Lavoriamo per essere pronti su sanzioni e rifugiati”
La Commissione Europea “sta lavorando un pacchetto vasto, robusto e ampio di sanzioni economiche e finanziarie che introdurremo rapidamente nei confronti della Russia, se commetterà qualsiasi atto di aggressione nei confronti dell’Ucraina”. Lo ribadisce la vice portavoce capo dell’esecutivo Ue Dana Spinant, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. “Non ne discutiamo in pubblico i dettagli – aggiunge – ma siamo molto avanti nella preparazione di questo pacchetto di sanzioni”, che verranno “attuate rapidamente” se necessario, conclude Spinant.
Oltre al lavoro di preparazione sul fronte delle possibili sanzioni nel caso di un’ulteriore escalation della situazione in Ucraina la Commissione si sta preparando anche all’ipotesi che ci possa essere una crisi legata a un intenso flusso di migranti e rifugiati dall’area.
Putin continuerà a chiedere risposte su proposte sicurezza
La Russia non ha ricevuto risposte dirette alle sue proposte sulle garanzie di sicurezza poiché l’Occidente preferisce concentrarsi su questioni secondarie, ma il presidente russo Vladimir Putin continuerà a insistere sul fatto che le idee di Mosca non vengano ignorate: lo ha detto oggi a Sputnik il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
“Putin è molto coerente nel suo approccio ai nostri, beh, voglio dire, partner, ma, sfortunatamente, ora sono più avversari che partner. È diretto quando fa domande e si aspetta risposte dirette. E, proprio come nel 2007, ha sollevato direttamente delle domande, anche nel 2022 ha sollevato direttamente domande nelle bozze dei due documenti che sono stati consegnati a Washington e alla Nato. Non abbiamo avuto risposte dirette”, ha affermato Peskov.
Il portavoce russo ha quindi precisato che la Russia vede tentativi di concentrarsi su questioni secondarie nei negoziati sulla sicurezza. “Inoltre, notiamo un tentativo di concentrarsi su dettagli secondari e un tentativo di evitare qualsiasi comprensione delle questioni che sono di fondamentale importanza per noi”
L’Ucraina si prepara alla guerra
Secondo quanto ha annunciato il ministro della Difesa di Kiev, Oleksii Reznikov, il Paese ha ricevuto via aereo dalla Lituania una fornitura di sistemi missilistici terra-aria Stinger e munizioni. Dagli Usa finora, con 17 aerei, sono state consegnate quasi 1.500 tonnellate di munizioni. Secondo funzionari militari l’Ucraina ha rafforzato in modo significativo il suo esercito con l’aiuto degli alleati, in particolare dotando le forze armate di sistemi anticarro americani e britannici e droni turchi.
Secondo il centro studi difesa Kiev, al 12 febbraio, il numero totale di truppe russe lungo i confini dell’Ucraina, comprese quelle in Bielorussia e nei territori occupati dell’Ucraina orientale edella Crimea, è di 87 gruppi tattici, circa “147.000 militari, compreso il personale aereo e navale”. .”Queste truppe sono dotate delle armi e dei veicoli appropriati, nonché di unità di supporto logistico e medico. Tuttavia, finora non ci sono segnali che dispongano dei rinforzi aggiuntivi necessari per un’offensiva su larga scala”, aggiunge l’analisi degli esperti.
