Firenze: individuato e fermato aggressore delle due donne picchiate e rapinate, è un 26enne migrante
FIRENZE . Le indagini subito scattate dopo l’allarme per le tre violente rapine notturne a danni di donne finite all’ospedale per le percosse, hanno dato immediati frutti. dopo l’arresto del gambiano, autore del primo episodio, è stata la volta di un cittadino tunisino di 26 anni, accusato di aver assalito e picchiato selvaggiamente due donne in centro città. E’ stato individuato e fermato dalla Polizia con l’accusa di
essere l’autore della rapina avvenuta nella notte tra il 12 e il 13 febbraio scorso in centro, vittima una 22enne spagnola afferrata per i capelli e privata della borsa. Inoltre lo stesso uomo, tunisino, sarebbe sospettato di essere l’autore anche di un’altra rapina avvenuta in strada la notte precedente, quando
una 47enne che rincasava e’ stata assalita a pugni al volto per il cellulare. Il 26enne, secondo quanto appreso, era sbarcato in Italia, a Lampedusa, circa sei mesi fa. E’ stato individuato con indagini dalla squadra mobile che lo ha bloccato in via Faenza, zona Fortezza da Basso. Complimenti a prefetto, questore e ai responsabili delle Forze dell’ordine che hanno condotto indagini immediate e precise, per far sì che non montasse il senso d’insicurezza dei cittadini, restituendo tranquillità alla città, agendo sul campo e non lanciando messaggi di aiuto e di progetti futuri.
Il lassismo del governo, gli sbarchi a ripetizione, incontrollati, con i barconi in Sicilia (il tunisino era approdato proprio lì, ma non si tratta di caso isolato) e nel resto del sud Italia, l’accoglienza a tutti i costi portano anche a queste storture. Ci pensino i nostri governanti nazionali e locali. Lamorgese minimizza l’impatto dell’immigrazione, ed è criticata per i porti troppo aperti, Nardella e Giani invocano rinforzi delle Forze di polizia, che hanno egregiamente operato per individuare i responsabili dei tre attacchi violenti che hanno sparso il timore e l’insicurezza dei cittadini, soprattutto delle donne. Adesso tocca a loro, ai politici, operare in modo che ci sia un freno all’accoglienza indiscriminata e un freno al buonismo del sistema giudiziario, che permette a chi si macchia anche di reati gravi di ritornare libero a compiere altri atti delittuosi.