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Anticorpi monoclonali: arriva Evusheld, cura i soggetti fragili contro il Covid, alternativa al vaccino

Evusheld

ROMA – Oggi 18 febbraio è annunciato l’arrivo in Italia di Evusheld, un nuovo anticorpo monoclonale per il Covid-19, “che verrà consegnato alle regioni entro la fine del mese”. A renderlo noto è la Regione Liguria precisando che secondo Alisa, l’azienda sanitaria regionale, si tratta di un farmaco da affiancare al vaccino e da utilizzare in profilassi pre-esposizione del coronavirus negli adulti e nei soggetti pediatrici di età superiore ai 12 anni o di peso superiore ai 40 chili. Il ministero della salute, impegnato nella promozione dei vaccini e nella caccia ai Novax, tace su questa importante novità.
Il farmaco, spiegano ancora dall’azienda, è indicato per i pazienti che hanno una compromissione immunitaria da moderata a grave o che ricevono trattamenti immunosoppressivi e che potrebbero non avere una adeguata risposta immunitaria alla vaccinazione oppure per i pazienti per i quali la vaccinazione non è raccomandata per reazioni avverse ai componenti. Ancora nessuna novità invece per quanto riguarda Novavax: secondo quanto comunicato dalla Struttura commissariale al momento non risultano nuove date di consegna.
A dicembre la Food and Drug Administration statunitense ha rilasciato un’autorizzazione all’uso di emergenza (EUA) per Evusheld di AstraZeneca (tixagevimab co-confezionato con cilgavimab e somministrato insieme) per la profilassi pre-esposizione (prevenzione) di COVID-19 in alcuni adulti e individui pediatrici dai 12 anni in su con un peso di almeno 40 chilogrammi.
Si aggiunge così un altro elemento all’armamentario dei farmaci a disposizione per la lotta contro il Covid. Evusheld è stato pensato per un utilizzo di tipo preventivo e contiene una combinazione di due anticorpi monoclonali a lunga durata d’azione (Laab), creati in laboratorio e pensati per restare nel corpo per mesi, in modo da contenere il virus in caso di contagio.
I due anticorpi monoclonali di cui è composto, si spiega nel sito dell’Aifa, sono tixagevimab e cilgavimab. “Poiché gli anticorpi si legano a diverse parti della proteina, il loro utilizzo in associazione può essere più efficace rispetto all’uso in monoterapia” spiega l’Aifa.
Grazie a questi trattamenti, “chi si ammala oggi, ed è vaccinato, ha molte possibilità di guarire rapidamente mentre chi non ha risposto ai vaccini per immunodepressione o per, ad esempio, una leucemia, ha più possibilità di farcela”, aveva già detto Nicola Magrini direttore generale dell’AIFA in una intervista al Corriere a fine gennaio

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