Firenze: al Teatro del Maggio Musicale, dopo 81 anni, torna «L’amico Fritz» di Mascagni
Martedì 1 marzo alle 20 al nuovo auditorium del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino va in scena L’amico Fritz di Pietro Mascagni, a 81 anni dall’ultima rappresentazione a Firenze (che fu diretta da Mascagno stesso). Alla guida del Coro e dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino il maestro Riccardo Frizza; Charles Castronovo, al suo debutto al Maggio, è Fritz Kobus, Salome Jicia è Suzel, Teresa Iervolino interpreta Beppe lo zingaro, mentre il ruolo di Davide il rabbino è interpretato da Massimo Cavalletti. Con loro Dave Monaco, Francesco Samuele Venuti e Caterina Meldolesi. La regia è di Rosetta Cucchi. In questo nuovo allestimento scene e costumi sono curati da Gary McCann, le luci da Daniele Naldi. Il maestro del Coro è Lorenzo Fratini. È l’ultimo titolo operistico della stagione prima dell’avvio dell’84esima edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino.
La commedia lirica in tre atti, che verrà rappresentata senza intervalli, per una durata complessiva di circa un’ora e mezza, è stata messa in scena al Maggio solo due volte, nel 1939, nel maggio del 1941, quando L’amico Fritz è andato in scena diretto dallo stesso Pietro Mascagni con la regia di Celestino Celestini. Altre quattro le recite previste: il 3 e il 9 marzo alle ore 20, il 6 marzo alle ore 15:30 e il 12 marzo alle ore 18.
Dopo il successo strepitoso di Cavalleria rusticana, Piero Mascagni optò per un soggetto decisamente più leggero, una commedia sentimentale su libretto di Nicola Daspuro, Guido Menasci e Giovanni Targioni-Tozzetti per l’editore Sonzogno. Mascagni inizia a lavorare all’opera nell’inverno del 1891 completandola in tempo per il debutto al Teatro Costanzi di Roma il 31 ottobre dello stesso anno. Il successo della prima rappresentazione non mise al riparo L’amico Fritz da una raffica di giudizi sfavorevoli, a cominciare da quello di Giuseppe Verdi, che definì scemo il libretto e biasimò le troppe dissonanze e i continui cambiamenti di tempo in partitura: per noi è uno dei pregi dell’opera, in realtà; uno degli aspetti che la rendono più moderna. Il libretto resta invece pressoché inconsistente, ma era una scelta di Mascagni, proprio per far meglio risaltare la sua musica fresca, dai toni affettuosi e adatta ai buoni di cuore – come la definì lo stesso autore – che tratteggia con mano leggera il piccolo idillio amoroso di Fritz Kobus, scapolo impenitente del paese, e dell’incantevole Suzel, figlia del suo fattore che lo farà innamorare suo malgrado, anche grazie agli stratagemmi di un rabbino arguto.
Riccardo Frizza torna al Maggio dopo aver diretto Rigoletto di Giuseppe Verdi nell’ottobre 2021; laureato sull’Iris di Mascagni (altro bel lavoro che latita da Firenze da troppo tempo), non aveva mai preso in considerazione, prima, quest’opera, a proposito della quale osserva che il compositore «lavorando su un libretto ‘debole’ da un punto di vista drammaturgico si cimenta in tante novità musicali: ci sono moltissimi cambi di tempo, melodie che si ripetono spesso con accenti spostati. È davvero un’opera di sperimentazione, che porta con sé alcune melodie che poi verranno in futuro riprese da Giacomo Puccini nella Manon Lescaut e addirittura ne La Bohème». Rosetta Cucchi, diplomata in pianoforte al Conservatorio di Pesaro e laureata al DAMS di Bologna, prima che da regista ha fatto una carriera da pianista preparatore, lavorando molto anche al festival rossiniano di Pesaro; precedenti che le danno una marcia in più, per la regia delle opere. In questo caso ha optato per la trasposizione in una New York d’inizio anni Ottanta (filo conduttore: umorismo ebraico – Woody Allen), in una tipica winery americana; il padrone è ovviamente Fritz, mentre Suzel amministra le sue vigne fuori città. Facendo di necessità virtù, crea uno spazio ridotto in cui possono stare più o meno tutti i personaggi e ci sarà un solo cambio scena a vista. Al Maggio la regista si è sperimentata con un bell’allestimento di Resurrezione di Alfano nel gennaio 2020.
Mai stato qui il tenore protagonista, Charles Castronovo, con una carriera nei maggiori teatri del mondo, mentre Salome Jicia (Suzel) si è già ascoltata ne La straniera di Bellini nel 2019.
Auditorium del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (piazza Vittorio Gui)
Martedì 1, giovedì 3 e mercoledì 9 marzo alle 20, domenica 6 marzo alle 15.30 e sabato 12 marzo alle 18
Biglietti da 30 a 160 euro, in vendita alla biglietteria, nei punti Box Office e online senza sovrapprezzo sul sito del Maggio