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Guerra in Ucraina: i rischi che corre l’Italia

E’ una guerra vicina, che tocca e riguarda l’Italia più di altri paesi dell’Europa. L’invasione russa dell’Ucraina e di Kiev, che potrebbe cadere nel giro di poche ore, ha ricadute immediate sulla sicurezza del nostro Paese, che vanno oltre al coinvolgimento dei militari italiani nell’ambito di quelle che saranno le decisioni Nato su un ridislocamento nell’Europa dell’Est.

GAS – Allora provo a metterle in fila, queste possibili conseguenze, serie e immediate: che vanno dalla riduzione delle forniture di gas (con un rialzo dei prezzi ancora più pesante di quello già in atto e che porterebbe a nuove e forti tensioni sociali, con il blocco dell’autotrasporto e della distribuzione delle merci); quindi il rischio di attacchi cyber alle infrastrutture e alle principali aziende da cui dipendono servizi vitali per il funzionamento del Paese; poi una possibile emergenza sul fronte dei flussi migratori dovuta ai ricongiungimenti familiari e ad un’eventuale distribuzione dei profughi in fuga dalle zone di guerra, la necessità di garantire la sicurezza di basi Nato e installazioni militari in Italia.

DRAGHI – Che cosa fare? Le prime contromisure sono state analizzate in una serie di riunioni tecniche e politiche, a partire da quella del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, presieduta dal premier Mario Draghi con tutti i ministri interessati, l’Autorità delegata Franco Gabrielli, che ha poi riferito al Copasir, e il direttore del Dis Elisabetta Belloni. Incontro al quale hanno fatto seguito contatti tra l’intelligence, gli enti statali e le aziende pubbliche e private più esposte, per pianificare gli interventi necessari a ridurre l’impatto. Il gas, dunque. E’ il nodo più complesso e quello che potrebbe provocare le conseguenze più pesanti: l’Italia deve il 40% delle proprie forniture alla Russia, ha ricordato il Copasir nella relazione al Parlamento, aggiungendo: l’invasione sarebbe “rovinosa” per l’Italia poiché avrebbe “evidenti effetti di destabilizzazione e ricadute negative sul settore energetico”.

FONTI ENERGIA – Questi effetti sono spiegati da una qualificata fonte di governo. “Tutto dipenderà dalle sanzioni che Bruxelles deciderà di imporre alla Russia” perché, “nello scenario più complicato”, l’Italia si troverebbe a dover fare a meno di quel 40%. Sostituirlo “non è possibile” e con le riserve attuali potremmo reggere due mesi. Dunque, c’è solo una soluzione: “provare a diversificare” le fonti di approvvigionamento e, in caso di allungamento del conflitto, ipotizzare anche un razionamento delle risorse. Scenari che per il momento sembrerebbero esclusi visto che le sanzioni non dovrebbero riguardare il settore energetico. Il problema dell’aumento dei prezzi è però già sul tavolo e sta provocando le prime tensioni, come dimostrano le proteste degli autotrasportatori. Una nuova impennata dei costi per carburanti e combustibile da riscaldamento metterebbe a rischio la distribuzione delle merci e avere effetti devastanti sui conti di imprese e famiglie.

GUERRA CYBER – C’è poi l’altro aspetto, quello che il Copasir nella relazione definisce “attacchi di natura ibrida”, vale a dire la guerra cyber. E anche in questo caso la Russia è tra i protagonisti più attivi. Già il 14 febbraio l’Agenzia per la cybersicurezza aveva lanciato un warning alle aziende che lavorano con Kiev: occorre innalzare il livello di protezione delle infrastrutture digitali. Dopo l’offensiva russa, l’organismo ha rinnovato la raccomandazione ad “adottare misure di difesa cibernetica alte e massimi controlli interni”. E il Csirt – il team di rispostain caso di incidenti – ha messo in guardia da un malware usato nei giorni scorsi in attacchi ad agenzie governative e banche ucraine: si chiama ‘HermeticWiper’ e può distruggere i dati presenti su un dispositivo, minando anche il corretto funzionamento del sistema operativo. E’ stato creato il 28 dicembre, cosa che farebbe pensare come l’attacco fosse in preparazione da due mesi ma non ci sono prove che possano portare alla ‘firma’ della Russia. In passato gli Stati Uniti avevano formalmente indicato uomini della Gru, l’agenzia di intelligence di Mosca, come parte di un gruppo di hacker (Sandworm) responsabile di azioni ostili verso l’Ucraina ma il Cremlino ha sempre smentito.

SPY STORY – L’allerta non riguarda soltanto le aziende che collaborano con operatori ucraini. L’Italia – con le infrastrutture strategiche che “esercitano funzioni essenziali per il mantenimento di attività fondamentali per gli interessi dello Stato” – può finire direttamente nel mirino. Si segnala da tempo l’attivismo della Russia per acquisire informazioni politico-strategiche, tecnologiche e militari dai Paesi occidentali. Fanno gola particolarmente ‘segreti’ Nato. Significativa la vicenda del capitano Walter Biot, in servizio presso lo Stato Maggiore della Difesa, che ha venduto documentazione classificata ad un agente del Gru operativo a Roma. La spy story, risalente alla scorsa primavera, indica che le ‘antenne’ del controspionaggio erano già pienamente attivate. L’augurio? Che questa guerra finisca presto. Dopo la pandemia l’Italia non è in grado di resistere a lungo a un’altra situazione catastrofica.


Sandro Bennucci

Direttore del Firenze PostScrivi al Direttore

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