
Armi all’Ucraina: elenco pubblicato sul Corriere della sera, protestano Lega e FdI

ROMA – L’elenco segreto delle armi inviate all’Ucraina dal Governo, a cui non hanno accesso i parlamentari, è stato pubblicato sul Corriere della sera online. Che cita “’elenco riservato allegato al decreto del governo prevede di inviare: «Mortai 120mm, bombe da mortaio 120m, lanciatori Stinger, mitragliatrici pesanti Browning , colpi browning, mitragliatrici leggere MG, colpi MG, lanciatori anticarro, colpi anticarro, razioni K, radio Motorola, elmetti, giubbotti».
Sono centinaia i mortai e le mitragliatrici così come i lanciatori, milioni le munizioni, migliaia gli elmetti e i giubbotti, oltre alle Razioni K, il pasto giornaliero destinato a chi combatte. Lo Stinger è un missile terra-aria “spalleggiabile” con testata a ricerca di calore e dunque segue le scie di calore emesse dagli aeroplani. Ha corta gittata ma è molto efficace per la difesa di breve distanza. Può essere operato da 1-2 persone. I mortai da 120 sono invece artiglierie a tiro curvo ritenuti efficaci nel combattimento contro personale e mezzi leggeri in posizioni difensive e nelle aree urbane.
Protesta in Aula alla Camera di Salvatore Deidda, deputato di Fratelli d’Italia, per il fatto che l’elenco degli armamenti destinati all’Ucraina sia stato invece secretato per i parlamentari. Deidda ha ricordato che, quando le commissioni Esteri e Difesa hanno iniziato ad esaminare il decreto Ucraina, il governo ha affermato che l’elenco degli armamenti inviato a Kiev “e’ stato secretato per ragioni di sicurezza nazionale”.
“Perche’ allora sul Corriere online e’ stato pubblicato il testo integrale? Chi gestisce le comunicazioni? Qui si mette a rischio il nostro personale militare e diplomatico. Venga subito il governo a smentire quell’elenco. Fate chiarezza, noi abbiamo dato la disponibilita’ a collaborare ma non accettiamo
dilettantismi”, ha detto il deputato di Fdi. Anche Paolo Ferrari, deputato della Lega, ha posto lo stesso
problema: “Confido che il governo smentisca che i dati pubblicati siano veritieri. Diversamente sarebbe un fatto molto grave e bisognerebbe avviare delle indagini per scoprire la fuga di notizie”.
Piccola chiosa finale: una giornalista che ottiene un documento riservato e lo pubblica fa soltanto (e bene) il suo mestiere. I problemi che sollevano i parlamentari riguardano la politica e non hanno niente a che vedere con l’informazione a cui i cittadini hanno diritto.