Grandi (Unhcr): se la fuga dei profughi dall’Ucraina continua l’Europa non reggerà
ROMA – “Sono appena arrivato a Palanca, la frontiera tra la Moldavia e l’Ucraina, e vedo un afflusso
impressionante, una valanga umana che entra ed esce dalla dogana ogni minuto”. Lo afferma Filippo Grandi, Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati in un’intervista al quotidiano ‘La Repubblica’.
“La crisi dell’Ucraina è una delle più importanti del dopoguerra, cresce a una velocità impressionante e parte dall’Europa per approdare in Europa. – continua Grandi – Un momento unico e storico per il
nostro continente, neppure gli spostamenti causati dalla guerra in Jugoslavia avevano raggiunto queste dimensioni”.
Quelle che stanno arrivando “sono le famiglie che hanno risorse e conoscenze in Europa. I problemi veri arriveranno in seguito, se altre città saranno bombardate. Vedremo, allora, uscire persone che hanno
meno soldi e legami e dovranno fermarsi nei Paesi di confine rischiando di far salire le tensioni. – spiega Grandi – La Moldavia. È un Paese fragile, esposto, fuori dalla Ue e dalla Nato. Tre milioni di abitanti hanno visto oltre centomila ucraini varcare le loro frontiere. È davvero difficile gestire la situazione per loro,
dobbiamo aiutarli molto. E se i russi dovessero sfondare a Odessa, cinquanta chilometri da qui, il porto naturale dei moldavi, allora l’esodo verso la Moldavia diventerebbe drammatico”.
“La Polonia regge il colpo e il fatto che già conoscesse il popolo vicino, avesse una comunità straniera al suo interno, – prosegue Grandi – è diventato un elemento positivo. Ieri avevano valicato le loro frontiere in 650.000, ma non tutti si sono fermati in Polonia. Molti hanno proseguito per la Germania, l’Olanda, il Sud Europa”.”Le politiche sull’immigrazione di Polonia e Ungheria sono state dure, ma questa volta il governo polacco ha cambiato diverse leggi e ha aperto le porte. Sono buoni frutti per il futuro. – aggiunge ancora Granci – Se la guerra non si ferma, tra qualche settimana dovremo rivedere i nostri giudizi. L’Europa non ha mai avuto grande pazienza su questi temi. C’è un’impazienza sociale e politici che ne approfittano per seminare ostilità. Se l’esodo dura, non durerà la generosità dei popoli”. Si può uscire da questa situazione “solo con la fine dei bombardamenti. Un ulteriore protrarsi delle ostilità
causerebbe danni incalcolabili sul piano geopolitico e umano”, conclude Grandi.