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Mediterraneo: crescono rischi riarmo, lo teme il Capo di Stato Maggiore della Marina militare

EPA/RICARDA SCHOENBRODT

ROMA – “Ogni giorno ci sono diecimila imbarcazioni che transitano nel nostro Paese di cui dobbiamo sapere tutto perchè si possono nascondere rischi che abbiamo il dovere di intercettare. Così come abbiamo il dovere di proteggere le infrastrutture marittime nazionali, di cui si parla tanto in questi giorni a seguito del conflitto in Ucraina. Ciò richiede la nostra presenza vicino a queste infrastrutture per poter intervenire rapidamente. Un attentato terroristico non è difficile da portare a termine: basta portare tritolo su un barcone che parte della Libia sulle piattaforme di Eni che sono a 50 miglia e causare danni che tutti possono immaginare”. Lo ha detto l’ammiraglio Enrico Credendino, capo di Stato maggiore della Marina Militare, in audizione alle commissioni Difesa di Camera e Senato.

L’ammiraglio ha evidenziato la “sempre maggiore presenza nel Mediterraneo di attori con politiche assertive che vogliono guadagnarsi nuovi spazi per gli approvvigionamenti alimentari ed energetici ed accrescere la sfera di influenza. Sullo Stretto di Sicilia – ha osservato – abbiamo il dovere di essere presenti per intercettare chiunque transiti. Lì c’è una forte presenza della nuova flotta turca. Nel Mediterraneo siamo passati da una situazione di pace ad una di competizione permanente tra i Paesi dell’area, un’equilibrio instabile che può evolvere in crisi e conflitto”.

“La Turchia – ha proseguito il capo di Stato Maggiore della Marina – è diventato il primo paese operativo nel bacino con 60mila uomini, navi moderne e sofisticate. Anche l’Egitto si sta riarmando, mentre l’Algeria ha sommergibili russi ed ha la capacità di lancio missili sul territorio, cosa che l’Italia non ha”. Credendino ha quindi auspicato il completamento del processo di ammodernamento della Marina, che necessita di ulteriori 16,2 miliardi di euro nei prossimi 15 anni. “Abbiamo carenze – ha osservato – in navi con capacità anti-aree e anti-sommergibile. Il Mediterraneo è pieno di sommergibili che potrebbero essere ostili. Non abbiamo aerei a pilotaggio remoto. Il personale ha subito pesanti tagli lineari”.

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