Nell’Italia delle rottamazioni fiscali si riaprono i termini per quella ter, che è stata un flop
I contribuenti non trovano pace e il fisco cerca di venire incontro dopo i due anni di pandemia, che hanno ridotto molti italiani allo stremo, anche grazie alle poco accorte politiche di alcuni governi, in particolare il Conte bis, molto attento, auspice Speranza, a moltiplicare le vaccinazioni, ma poco attento a risarcire i cospicui danni che alcune categorie (guarda caso quelle meno vicine alle sinistre) hanno subito a causa delle limitazioni e dei lockdown.
In questo stesso periodo erano state programmate alcune iniziative del fisco, denominate rottamazioni, che miravano a favorire da un lato i contribuenti e a permettere all’erario di incassare somme che sarebbero state difficilmente acquisibili.
Adesso, dopo il lungo periodo di stasi economica, il governo si accorge che la rottamazione ter è stata un fiasco e quindi tenta di riparare. Come? Ma allungando e riaprendo i termini per consentire ulteriori pagamenti ai ritardatari o a chi è stato impossibilitato a versare entro i termini le somme dovute. Quindi ci sarà una nuova chance per i contribuenti che hanno perso l’appuntamento con rottamazione ter e saldo e stralcio. I termini per pagare le rate scadute si riaprono per tutto il 2022. Con un emendamento al dl Sostegni ter, riassuntivo delle richieste di tutti i partiti, le rate potranno essere versate entro il 30 aprile di quest’anno se in scadenza nel 2020; entro il 31 luglio se in scadenza nel 2021; entro il 30 novembre se in scadenza nello stesso 2022. Una boccata d’ossigeno per chi negli ultimi due anni non e’ riuscito a pagare quanto pattuito con il fisco, ma anche per le casse dello Stato.
Come descritto recentemente dal Mef, a meta’ dicembre dello scorso anno, cioe’ alla precedente scadenza dei pagamenti, il 43% dei contribuenti che aveva aderito alle definizioni non era riuscito a saldare le rate creando un buco per l’erario da 2,4 miliardi di euro.
La riapertura dei termini e’ la piu’ sostanziosa tra tutte le modifiche approvate al terzo decreto Sostegni del governo Draghi, un intervento di scarso valore economico, visto che la dote a disposizione del Parlamento per l’esame del provvedimento era limitata a poche decine di milioni. Mentre gli italiani sono strangolati dal caro energia e si annuncia quasi una prossima economia di guerra.