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Leopoli: la guerra si avvicina alla città. Arrivano combattenti stranieri e si addestrano i civili

Leopoli 1
(Photo by Yuriy Dyachyshyn / AFP)

KIEV – Leopoli, nell’ovest dell’Ucraina, si è trasformata in un crocevia di volontari stranieri, combattenti ucraini civili, membri del governo, rappresentanti di Ong. Diventando una sorta di finestra sulla guerra dove, con il passare delle ore, la tensione continua a salire. E la bozza di accordo annunciata dal Ft è accolta con prudenza e un po’ di scetticismo: “non credo finisca prima della metà di aprile”, è la previsione più gettonata a queste latitudini.
I tank russi sono lontani. I missili meno. Ieri notte, nelle chat degli abitanti, si sono rincorse voci incontrollate di un’esplosione vicino alla torre della tv. Fortunatamente non era vero ma la struttura è difesa dai militari di Kiev e da una contraerea ad hoc, a testimonianza del fatto che è lì che si concentrano i timori dell’esercito. Negli ultimi giorni l’Ovest è entrato nel terreno di guerra. Lutsk, Rivne, Ivano-Frankivsks sono state bersaglio di attacchi. “Questa mattina i russi hanno colpito Vinnitsa, è a 400 chilometri da qui”, racconta Andrei annunciando, con sguardo corrucciato, l’aggiornamento bellico della mattina. Nella periferia Nord-Ovest di Leopoli è stato creato un centro di addestramento ad hoc per chi, tra gli ucraini, vuole andare al fronte. Le campagne attorno sono disseminate di checkpoint e sacchi di sabbia. Il traffico tra il confine di Medyka e Leopoli continua ad essere regolare. Ma le code, a causa dei controlli dei militari aumentano.
Anche al confine si avverte un sensibile mutamento: gli occidentali, che stando a numerose testimonianze, fino a qualche giorno fa passavano la frontiera senza problemi, cominciano ad essere sottoposti a minuziosi controlli. Ordini dall’alto, dovuti forse anche all’aumento dei flussi di combattenti stranieri. Vengono da tutto il mondo. Dal Brasile, dalla Georgia, dai Balcani. Alcuni preferiscono non dire la propria provenienza ma non hanno nessuna remora a spiegare che vanno combattere da volontari e che dovrebbero farlo tutti, basta iscriversi al sito ad hoc. Altri, come un giovane svedese spiegava due giorni fa a Rainews24, lo fanno anche per dare “un senso alla propria vita”. La guerra ucraina, nonostante il no alla fly-zone confermato dagli Alleati occidentali, diventa sempre meno un conflitto regionale.
Nel centro storico l’attesa del nemico è molto meno tesa.
Dopo diversi giorni scanditi dal ritmo delle sirene, questa volta al tramonto non si contava neanche un allarme. I negozi sono aperti, i tanti stranieri si concedono perfino un souvenir.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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