Uscita Covid, taglio prezzi energia, accoglienza rifugiati, il governo cerca di accelerare
ROMA – Si va verso due Consigli dei ministri a distanza ravvicinata: secondo quanto si apprende da fonti di governo, un primo Consiglio dei ministri si dovrebbe tenere oggi, 17 marzo, per definire la road map dell’uscita dall’emergenza Covid, mentre una seconda riunione del Cdm ci sarà poi venerdì pomeriggio, con il decreto ‘taglia-prezzi’ per bollette e carburanti – su cui sono ancora al lavoro Mite e Mef – e le altre misure per fronteggiare l’impatto della guerra in Ucraina, compreso il nuovo intervento per l’accoglienza dei rifugiati. “Domani il Cdm definirà un cronoprogramma di uscita dallo stato di emergenza che non verrà rinnovato, ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, ieri alla Camera.
Le Regioni chiedono al governo, “ove le condizioni epidemiologiche lo permettano”, di “ipotizzare l’abbandono delle restrizioni entro Pasqua”. Nel documento inviato al Governo le Regioni chiedono di eliminare le comunicazioni del bollettino quotidiano sui dati Covid, monitorando l’andamento di incidenza e occupazione dei posti letto ospedalieri su base settimanale, di mantenere la misura dell’isolamento solo per i soggetti positivi al Covid e sintomatici e di aggiornare il Sistema di monitoraggio “rispetto al contesto attuale”, semplificandolo ulteriormente. Tra le altre proposte la rimodulazione graduale dell’obbligo del possesso del Green Pass, a partire dall’eliminazione per l’accesso ad attività che si svolgono esclusivamente all’aperto (come la ristorazione), ad eccezione dei contesti che per propria natura sono a rischio di assembramenti (stadi, concerti, parchi di divertimento), per i quali si potrebbe valutare l’introduzione del Green pass base invece di quello rafforzato, per arrivare al suo superamento nelle settimane successive alla scadenza dello stato di emergenza.
Per contenere l’impatto sui consumatori finali, il Governo sta valutando l’ipotesi di praticare sui carburanti un’accisa mobile, ha detto Cingolani spiegando che per il costo dei carburanti da autotrazione dall’inizio dell’anno, “c’è un problema di un incremento dei costi del Brent” e un problema del costo del gas e dell’energia che serve nelle raffinerie a trasformare “che impatta sul costo finale”. Il ministro ha aggiunto che c’è “una diminuzione della disponibilità del diesel” mentre non c’è alcun problema per la benzina.