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Lugansk: bombe al fosforo sulla città, alcuni morti. Ucraina chiede alla Nato missili a medio raggio

KIEV – Nella regione di Lugansk, nel sud est dell’Ucraina, l’esercito russo continua a bombardare le città
anche con bombe al fosforo. Lo scrive su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk, Sergey Gaidai, citato dall’agenzia Unian, sottolineando che ci sono morti e feriti. “Nella notte gli invasori hanno bombardato la regione di Lugansk con missili e bombardamenti al fosforo – scrive -. Si sa già che quattro persone sono morte e i russi hanno danneggiato o completamente distrutto molte case”. Colpite le citta’ di Severodonetsk, Lysychansk, Rubizhne, Kreminna, Novodruzhesk e Voevodivka. In serata le autorità di Kiev hanno informato l’Agenzia internazionale per l’energia atomica che una foresta vicino alla centrale nucleare di Chernobyl è in fiamme.
L’Ucraina chiede alla Nato di inviare “missili a medio raggio”, perché “non possiamo vincere una guerra senza armi offensive”. Quasi tutta la città di Irpin, alla periferia nordoccidentale di Kiev, – fa sapere, però, il sindaco di Kiev citato dalla Bbc – è tornata in mani ucraine. Vitalij Klitshcko afferma che la controffensiva ha respinto l’attacco russo anche a Makariv, altra località a una settantina di chilometri a ovest della capitale. L’esercito ucraino ha “distrutto il piano per circondare Kiev”, ha aggiunto Klitshcko. E secondo il Wall street Journal che cita un alto dirigente della Nato potrebbe arrivare a 40mila il numero di soldati russi morti, feriti, presi prigionieri o dispersi nella guerra in Ucraina. Gli analisti dell’Alleanza sono arrivati a questa cifra usando le medie statistiche degli ultimi conflitti, secondo cui per ogni morto ci sono circa tre feriti. La Nato stima che siano morti finora tra i 7.000 e i 15.000 militari russi.
In alcune aree vicino Kiev le forze russe sono state respinte dalla resistenza ucraina. Lo afferma un funzionario del Pentagono, secondo il quale la Russia ha lanciato oltre 1.200 missili dall’inizio dell’invasione. L’edizione ucraina del sito di informazione russo Strana.ua riporta che il sindaco della città di Mariupol, Vadim Boychenko, ha lasciato la città, “perché lì non c’era più alcun collegamento”. Lo scrive il sito Ria Novosti. “Come ha spiegato il capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk , Pavel Kirilenko, Boychenko ha lasciato la città perché non c’è alcun collegamento lì”.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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