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Nardella, allarme siccità: invita a risparmiare acqua. Nel 1985 a Firenze fu costruito il “tubone”

Narde
Il sindaco di Firenze, Dario Nardella ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI

“Cominciamo ad essere preoccupati” per la siccità. “perché dura da molto, purtroppo è l’effetto del
cambiamento climatico. Stiamo monitorando le attività agricole e siamo in contatto con gli imprenditori, ma dobbiamo anche avere un occhio di attenzione per l’approvvigionamento in città.
Rivolgo a tutti i fiorentini lo stesso invito che ho lanciato riguardo ai consumi energetici”. Lo ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, a margine della presentazione di un restauro nella villa medicea di Castello a Firenze. Nardella ha confermato la decisione “di spegnere i riscaldamenti dall’1 aprile, ma l’invito a fare attenzione al consumo energetico – ha aggiunto -è lo stesso che rivolgo ai fiorentini sul fare attenzione al consumo idrico, l’acqua è un bene primario e ora piu’ che mai non possiamo sprecarla. Facciamo attenzione, utilizziamola il meno possibile”.
Il presidente di Publiacqua Lorenzo Perra ha spiegato che al momento l’invaso di Bilancino ha 60 milioni di metri cubi di acqua sul totale di 69 metri cubi che e’ il massimo teorico. “Per ora – ha aggiunto Perra – non ci sono problematiche specifiche per l’estate, ma invitiamo tutti alla cautela perché se
permanesse questa situazione di siccità i problemi potrebbero arrivare a fine estate”.

Chi è abbastanza anziano ricorderà che, prima della costruzione dell’invaso di Bilancino, nel 1985, in una situazione di siccità molto grave (la distribuzione avveniva con autobotti per strada), l’allora responsabile della protezione civile, ministro Giuseppe Zamberletti, fece costruire un acquedotto provvisorio, ribattezzato subito il tubone, che portò a Firenze l’acqua dai laghetti dei Renai di Signa. Si occuparono della bisogna (il tubone fu costruito dalla Snam) l’allora prefetto Giovanni Mannoni e i suoi allora giovani funzionari, Paolo Padoin e Carmelo Aronica, diventati poi prefetti di importanti sedi.

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