Oscar: vince il Giappone, nessun riconoscimento per l’Italia, Zelensky non si è collegato
Drive my car’ (Giappone) ha vinto l’Oscar come miglior film internazionale. ‘E’ stata la mano di Dio’ di Paolo Sorrentino non ce l’ha fatta. Gli altri nominati erano ‘Flee’ (Danimarca), ‘Lunana – Il villaggio alla fine del mondo’ e ‘La persona peggiore del mondo’ (Norvegia).Nessuno dei tre italiani candidati si è aggiudicato la statuetta, a cominciare da Paolo Sorrentino. “I Segni del Cuore – Coda” uscito sulla tv della mela col morso dopo aver debuttato l’anno scorso al Sundance Festival ha portato a casa la statuetta più ambita, quella per il miglior film, contro “Il Potere del Cane” prodotto dal colosso di Los Gatos. Ma è stata anche la serata di Jane Campion, la terza donna nella storia degli Oscar a vincere come regista per quel
western atipico arrivato alla vigilia dei premi con ben 12 nomination, vincendone 1. E’ stata la rivincita su Steven Spielberg, candidato per “West Side Story” che le aveva sottratto il premio quando era entrata in cinquina per “The Piano”.
Will Smith ha rubato la scena: un pugno in diretta al comico Chris Rock che aveva ironizzato sulla testa rasata di sua moglie Jada Pinkett (che invece soffre di alopecia da tempo). E’ intervenuta la censura ma chi sa leggere le labbra ha colto l’insulto, a riprova che non era uno sketch programmato. Il protagonista di “King Richard – Una scelta vincente” si è poi scusato tra le lacrime a pioggia accettando l’Oscar per il
miglior attore: “L’arte imita la vita: sembro il padre pazzo, come dicevano di Richard Williams, un feroce difensore della sua famiglia. L’amore ti fa fare pazzie”.
La 94esima edizione degli Oscar ha deluso l’Italia: sono rimasti fuori Paolo Sorrentino che correva per il miglior film internazionale con “E’ Stata la Mano di Dio” e ha perso contro il giapponese “Drive My Car” di Ryusuke Hamaguchi. Non ce l’hanno fatta neanche Enrico Casarosa per il cartone animato “Luca” (impossibile battere “Encanto”) e Massimo Cantini Parrini dei costumi di “Cyrano”, battuto da Jenny Beavan di “Crudelia”.
Tanti temi sono venuti alla ribalta: la disabilita’ in primo luogo, e poi i diritti Lgbtq evocati da Jessica Chastain vincitrice (con standing ovation di tutto il teatro) come migliore attrice per “Gli Occhi di Tammy Faye” nel ruolo di una telepredicatrice popolarissima negli anni Ottanta che, in controtendenza con l’ortodossia dela destra religiosa negli anni dell’Aids, si era presa a cuore la causa dei gay. Tema
anticipato gia’ da un altro Oscar storico: quello a Ariana de Bose migliore attrice non protagonista per la parte di Anita in “West Side Story”, non solo la seconda latina dopo Rita Moreno per lo stesso ruolo nel 1962, ma anche la prima persona apertamente Lgbtq a vincere un premio per la recitazione.
La guerra in Ucraina ha trovato spazio in un minuto di silenzio e in tanti nastrini azzurro-gialli indossati dalle star, ma l’atteso collegamento con il presidente ucraino Volodymyr Zelenksky non si è concretizzato, contro gli appelli di star come Sean Penn che aveva minacciato di fondere in diretta le sue due statuette se questo non fosse successo.