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Ucraina: negoziati in Turchia, Zelensky rinnova appello agli occidentali “forniteci le armi, inasprite le sanzioni”

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Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky

KIEV – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky insiste con forza per un inasprimento delle sanzioni contro la Russia, e critica la natura “passiva” di alcune misure punitive, sottolineando che il mondo non può aspettare le azioni della Russia per rispondere. Nel discorso pronunciato e divulgato in nottata, il presidente ucraino . riporta la Bbc – si è lamentato del fatto che se “forti sanzioni preventive” fossero state adottate in precedenza, avrebbero potuto impedire l’invasione. “Una guerra su vasta scala è iniziata”, ha dichiarato Zelensky nel discorso di sette minuti. “Ora ci sono indicazioni e avvertimenti secondo cui sanzioni presumibilmente più severe, come un embargo sulle forniture petrolifere russe all’Europa, sarebbero messe in atto qualora la Russia utilizzasse armi chimiche. Semplicemente non ci sono parole. Noi, persone che siamo vive, dobbiamo aspettare. Tutto ciò che l’esercito russo ha fatto fino ad oggi non giustifica un embargo petrolifero? Le bombe al fosforo non lo giustificano? Un impianto di produzione chimica bombardato o un bombardamento sulla centrale nucleare non lo garantiscono?”. Zelensky ha poi fatto sapere che intende rivolgersi ai parlamenti di diversi paesi questa settimana per esortarli a fornire più armi. “Gli ucraini non dovrebbero morire solo perché qualcuno non riesce a trovare abbastanza coraggio per consegnare le armi necessarie”, ha detto. “La paura rende sempre complici”.
NEGOZIATI – I negoziatori ucraini e russi sono arrivati a Istanbul, in Turchia, per l’atteso faccia a faccia, il primo in due settimane, volto a concordare un cessate il fuoco in Ucraina, o almeno un accordo sul soccorso umanitario agli sfollati. Lo riferisce la Bbc. “Non stiamo commerciando persone, terra o sovranita’”, ha affermato in proposito il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. “L’obiettivo minimo saranno i corridoi umanitari e quello massimo il raggiungimento di un accordo su un cessate il fuoco”, ha detto alla televisione nazionale, mentre il consigliere del ministero degli Interni ucraino Vadym Denysenko si e’ detto scettico sulla possibilita’ di una svolta. Anche un alto funzionario del Dipartimento di Stato americano – aggiunge la Bbc – ha espresso dubbi simili sulle speranze di progresso, affermando che il presidente russo Vladimir Putin non sembrerebbe pronto a scendere a compromessi per porre fine alla guerra.
CREMLINO – La Russia userebbe armi nucleari solo in presenza di una minaccia alla sopravvivenza del paese e non a causa della guerra in corso in Ucraina. A dichiararlo è stato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in un’intervista a PBS Newshour. “Quale che sia l’esito dell’ “operazione” – ha dichiarato alludendo alla guerra in Ucraina – ovviamente non è un motivo per ricorrere all’uso dell’arma nucleare”. “Abbiamo un principio di sicurezza che afferma molto chiaramente che solo quando c’è una minaccia per l’esistenza dello stato, nel nostro paese, possiamo usare e useremo effettivamente armi nucleari per eliminare tale minaccia”.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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