Ucraina: spiragli di pace dai negoziati di Istanbul. Mosca ferma l’avanzata su Kiev. Ma deve decidere Putin
ISTANBUL – Spiragli di pace dal tavolo dei negoziati della Turchia. Non è ancora chiaro se si andrà avanti anche domani, ma intanto qualcosa si muove, visto che Mosca ora evoca la possibilità di un trattato di pace. Per la prima volta infatti sul tavolo ci sono delle proposte scritte. A presentarle è la delegazione di Kiev che si dice disposta alla neutralità, rinunciando all’ingresso in alleanze militari Nato inclusa, in cambio di appropriate garanzie di sicurezza. Mosca prende atto e annuncia che le proposte verranno valutate dal presidente Vladimir Putin. Nel frattempo il Cremlino annuncia una riduzione “radicale” delle attività militari sulla capitale Kiev e su Chernihiv. “Ma non significa un cessate il fuoco”, precisa il capo negoziatore russo Vladimir Medinsky.
CRIMEA – Dal tavolo restano fuori le questioni legate alle autoproclamate repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk e della Crimea, sulla quale l’Ucraina ha proposto colloqui bilaterali sul suo status con Mosca per 15 anni. Nessun ‘no’ a prescindere invece da parte della Russia su un eventuale ingresso dell’Ucraina nell’Ue. “Per preparare un accordo a condizioni reciprocamente accettabili, c’è ancora un molta strada da fare”, il pensiero della Russia. E’ innegabile però che dei progressi siano stati fatti. Ai negoziati ha preso parte anche Roman Abramovich dopo che l’oligarca russo era stato al centro di un caso di sospetto avvelenamento, smentito da Mosca.Proprio in seguito a questo il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, aveva avvertito i negoziatori di Kiev di “non bere o mangiare” durante l’incontro con la delegazione russa.
STATI UNITI – Ma sulle reali intenzioni di Mosca resta lo scetticismo degli Stati Uniti. “Noi ci focalizziamo su quello che la Russia fa non su ciò che dice”, dichiara il segretario di Stato americano Antony Blinken che non vede segnali di “reale serietà” da parte della Russia. Intanto il presidente Joe Biden effettua una colloquio telefonico con gli alleati europei alla quale partecipano il premier Mario Draghi, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro britannico Boris Johnson. Al termine i leader fanno sapere che “non ci può essere nessun allentamento della determinazione occidentale fino a quando l’orrore inflitto all’Ucraina non sarà terminato”. Per questo è necessario “supportare e sostenere il popolo ucraino nella sua lotta contro la barbarie russa”.
MARIUPOL – A preoccupare sono soprattutto le condizioni degli abitanti di Mariupol. Quanto sta accadendo nella città ‘martire’ della guerra è stato anche al centro di un colloquio di un’ora fra Emmanuel Macron e Vladimir Putin. Il leader del Cremlino spiega al collega francese che per risolvere la difficile situazione umanitaria “i militanti nazionalisti ucraini devono smettere di resistere e deporre le armi”.Nulla di tutto ciò sta però avvenendo al momento tanto è vero che il reggimento Azov ha annunciato di aver ferito gravemente proprio a Mariupol il comandante Ruslan Geremeyev, vicino al leader ceceno Kadyrov. La situazione resta critica in molte zone dell’Ucraina da Kharkiv a Mykolaiv dove le forze russe hanno distrutto l’edificio dell’amministrazione regionale causando almeno 7 morti e 22 feriti.