Cardinal Betori “la guerra ha risvegliato la vicinanza a chi è aggredito e ai profughi”. La messa in ricordo di Artemio Franchi
FIRENZE – “La Pasqua di Gesù è anche l’orizzonte che permette di guardare con speranza nelle vicende della storia, negli ultimi tempi offuscata prima dal diffondersi di una pandemia che ha visto venir meno i più fragili, ma che ha anche risvegliato solidarietà e coesione sociale, e poi dalla tragedia di una guerra con cui si vorrebbe privare un popolo della libertà e dell’identità, ma anche in questo caso risvegliando sentimenti di vicinanza per chi non si lascia piegare dalla sopraffazione, sollecitudine per chi soffre,
accoglienza per i profughi, auspici di pace”. Lo ha detto il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nell’omelia proclamata stamattina nella Basilica di Santa Croce nella messa in memoria di
Artemio Franchi (1922-1983), dirigente sportivo che ha diretto ai massimi livelli il calcio nazionale e internazionale come presidente della Figc e della Uefa, a cento anni dalla nascita.
Questo il ricordo del Cardinale per il grande dirigente sportivo: “Un riflesso della personalità di Artemio
Franchi è il suo coraggio nel disegnare il futuro, un’eredità che ci viene lasciata per essere coltivata con intelligenza, con passione, alimentandola a partire da profonde radici etiche e spirituali. La vicenda umana di Artemio Franchi mostra come votare la propria vita a una grande causa la rende nobile – ha aggiunto Betori – degna di essere vissuta, testimonianza di valori per gli altri. Sono caratteri che confliggono con la
cultura diffusa che esalta piuttosto la mutevolezza delle scelte, il pluralismo delle esperienze, la provvisorietà delle convinzioni, la fuga dal confronto con la realtà, la fluidità dei caratteri e delle identità”.