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Russia: diplomatici espulsi da Di Maio, polemiche nel governo, ambasciatore russo contesta

Dimaio
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ANSA/ RICCARDO ANTIMIANI

ROMA – Secondo la giustificazione deel nostro ministro degli Affari esteri ci sarebbero ragioni di sicurezza nazionale dietro la decisione dell’Italia di espellere 30 diplomatici russi dal nostro Paese. Una misura che Di Maio avrebbe adottato, d’intesa con Draghi, in accordo con gli alleati europei ed atlantici, che si sarebbe resa “necessaria” per motivi di sicurezza “nel contesto della situazione attuale di crisi conseguente all’ingiustificata aggressione all’Ucraina”. Ieri anche la Francia ha espulso 35 diplomatici russi, mentre la Germania ne ha cacciati 40. Ma cosa c’è dietro la minaccia alla sicurezza interna? I diplomatici russi in questione sono stati allontanati in quanto definiti “persone non gradite”, definizione che, nel linguaggio della diplomazia, potrebbe significare che gli espulsi potrebbero essere 007 russi e informatori del Cremlino, per cui la loro presenza nel territorio nazionale rappresenterebbe una minaccia alla sicurezza del Paese.
L’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, ha attaccato il governo criticando il fatto che la Farnesina non abbia fornito “alcuna prova” a favore della sua decisione, giudicata quindi “immotivata” e affermando che questa “porterà a un ulteriore deterioramento delle relazioni bilaterali”. Non solo: Razov ha anche messo in chiaro che “questo passo non rimarrà senza risposta da parte russa”.
L’espulsione dei trenta diplomatici russi ha anche creato un acceso dibattito tra le forze politiche italiane, anche nella maggioranza di governo. Infatti la decisione è stata criticata da alcuni esponenti della Lega. Il responsabile Esteri del Carroccio, Lorenzo Fontana, ha affermato: “La Farnesina avrà fatto le sue valutazioni e siamo certi che i provvedimenti saranno giustificati in modo chiaro e completo, ma la storia insegna che la pace si raggiunge con il dialogo e la diplomazia. Non espellendo i diplomatici”.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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