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Sanzioni Russia: Europa in difficoltà per l’approvvigionamento dell’acciaio

Parigi – Dall’inizio della guerra in Ucraina lo scorso 24 febbraio, il costo di una tonnellata di acciaio, metallo indispensabile nell’industria delle costruzioni ma anche in quella automobilistica è passato da 1.000 euro a oltre 1.400 euro. La Russia e l’Ucraina rappresentano il 70% delle importazioni europee
in bramme e billette (semilavorati in acciaio). Gli unici produttori in Europa sono la Svezia e la Norvegia, ma i siti produttivi limitrofi alla Russia e l’Ucraina sono anch’essi con problemi di approvvigionamento.
L’Unione Europea produce circa 160 milioni di tonnellate di prodotti finiti in acciaio all’anno di conseguenza, seppure l’embargo stabilito a metà marzo sull’acciaio in provenienza dalla Russia non riguardi espressamente i semilavorati in acciaio, gli stessi non possono più essere acquistati a causa delle restrizioni sulle transazioni finanziarie con la Russia. I paesi dell’Unione Europea si stanno progressivamente rivolgendo verso altri fornitori, in particolare l’India e la Turchia, ma i maggiori costi di trasporto influiranno sul prezzo di acquisto del materiale e, secondo le stime dello studio di consulenza Laplace, ci vorranno tre/sei mesi affinché la catena logistica si riorganizzi. La spinta alle sanzioni propugnata soprattutto dagli Usa di Biden sta certo indebolendo Putin, ma sta mettendo anche in difficoltà anche certi settori dell’economia in Europa, fatto che agli americani non sembra dispiacere.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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