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Ucraina: trovati 133 corpi torturati a Makariv. Granate nei rifugi. La testimonianza degli inviati italiani

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KIEV – Granate nei rifugi e spari dagli elicotteri: la furia brutale dei russi sui civili ucraini non si ferma. I soccorritori hanno trovato corpi di persone torturate e uccise a Makariv, nella regione di Kiev, ha scritto in un tweet il ministero della Difesa ucraino definendo il ritrovamento “un nuovo, mostruoso crimine di guerra”. I soccorritori stanno cercando anche le vittime dei bombardamenti russi rimaste sotto le macerie.

Tutto questo potrà essere difficilmente smentito dal solito portavoce del ministero della Difesa russo, anche perchè ci sono testimonianze attendibili: quelle degli inviati italiani in Ucraina. La città è distrutta per metà. “A Makariv, dove il bilancio è salito a 133 morti, ci sono state diverse torture, con cadaveri rinvenuti con le mani legate, e almeno due casi di donne stuprate e poi uccise: una di queste è stata sgozzata. Abbiamo trovato i corpi”, riferisce il sindaco di Makariv, Vadano Tokar.Tokar, che è un avvocato e dall’inizio della guerra veste una divisa militare, ha anche riferito di essere stato insignito di una medaglia d’onore da Zelensky dopo l’occupazione dei militari russi.

“In alcune case i militari russi hanno lanciato le granate nei rifugi, perché non volevano ci nascondessimo”, hanno raccontato gli abitanti di Makariv. Altri hanno anche riferito di “spari alle auto in strada dagli elicotteri dell’esercito russo”. “I gruppi di militari si alternavano – spiegano ancora gli abitanti – e gli stessi soldati ci dissero di scappare perché sarebbero arrivati gli ‘udmurt’ e i ‘buryat'”, aggiungono riferendosi all’etnia dei miliziani provenienti dalla zona in cui viene addestrata la brigata dell’estremo oriente russo che avrebbe compiuto i massacri di Bucha.

“Come il massacro di Bucha, come tanti altri crimini di guerra russi,l’attacco a Kramatorsk deve essere inserito tra le accuse che saranno portate in tribunale, cosa che dovrà accadere”, ha detto nell’ultimo video Zelensky. “Tutti gli sforzi del mondo dovranno essere diretti a ricostruire ogni minuto – sottolinea -. Chi ha fatto cosa, chi ha dato gli ordini, da dove sono arrivati i razzi, chi li ha portati, chi ha dato l’ordine e come l’attacco è stato organizzato. La responsabilità è inevitabile”.

“Abbiamo creato un archivio online per documentare i crimini di guerra della Russia”, ha poi scritto il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba su Twitter. “Le prove raccolte delle atrocità commesse dall’esercito russo in Ucraina garantirà che questi criminali di guerra non sfuggano alla giustizia”. Il lugubre suono delle sirene d’allarme e la scritta: ‘Al di là del male, anche durante la guerra’. Si apre così l’archivio online creato da Kiev per documentare i crimini di guerra russi. Il sito contiene diverse sezioni: da quella sulle vittime a quelle su torture, ostaggi e stupri. Poi i numeri: 1.563 morti, tra cui 167 bimbi, 4.820 crimini di guerra, 6.800 edifici distrutti. Cifre che Kiev documenta con testimonianze di civili ma anche di media. Ma soprattutto con foto: dall’ospedale pediatrico bombardato di Mariupol e quelle del massacro di Bucha. Il sito è aggiornato a ieri con l’attacco alla stazione di Kramatorsk.



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